Il leggendario esame per diventare tassista a Londra

È così complicato da essere paragonato a una laurea in legge, e ciclicamente ci si chiede se sia ancora necessario

Un tipico taxi di Londra nel luglio del 2014 (Oli Scarff/Getty Images)
Un tipico taxi di Londra nel luglio del 2014 (Oli Scarff/Getty Images)
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Per Sadiq Khan, il sindaco di Londra, i tassisti che lavorano nella capitale inglese sono i migliori al mondo, nonché i più qualificati. Dipende dall’esame che devono superare, così approfondito e impegnativo da essere stato paragonato a una laurea in medicina o in legge. È noto come “The Knowledge of London”, “La Conoscenza di Londra”, e il terrore per le sue prove orali è leggendario, scrisse il Guardian qualche anno fa: richiede di memorizzare 25mila strade e 20mila punti di riferimento, tra cui poi ovviamente bisogna sapersi districare.

Fare il tassista a Londra è piuttosto complicato perché la città è molto estesa, e a causa di secoli di storia, cambiamenti e continua espansione spesso ha una viabilità senza una logica chiara. È anche per questo che probabilmente “The Knowledge” è l’esame per tassisti più difficile al mondo. La stessa Transport for London, l’autorità locale che si occupa di trasporti pubblici a Londra, riconosce che superarlo è un’impresa: in media ci vogliono tre o quattro anni, ed è stato stimato che solo un terzo di chi ci prova ce la fa.

Le licenze di tassista a Londra sono due: quella che permette di operare in tutta la città e quella per solo uno dei nove settori in cui è divisa. In entrambi i casi si fa domanda, e se si risulta idonei si comincia a studiare sul cosiddetto Blue Book, una guida che comprende 320 itinerari nel raggio di sei miglia (quasi dieci chilometri) con partenza da Charing Cross, in centro città.

Nei primi sei mesi di studio ci si può aiutare con dei test di autovalutazione sui primi 80 itinerari; si arriva poi all’esame scritto, diviso in cinque domande sugli itinerari stessi e venticinque sui principali punti di interesse lungo il percorso. Non bisogna imparare solo come sono fatte le strade, dove vanno e con quali si incrociano, ma anche i nomi di monumenti, parchi, edifici pubblici, stazioni, ospedali, scuole, luoghi di culto e via dicendo: qualsiasi posto in cui qualcuno possa chiedere di essere portato, insomma. Per farlo non basta studiare sul libro, ma è necessario fare molta pratica: una volta per memorizzare gli itinerari si girava in bici, ora più spesso in moto.

Il video di una prova orale dell’esame, in un documentario della BBC del 1980

Dopo l’esame scritto invece comincia una serie di colloqui orali con degli esaminatori, che sono a loro volta tassisti: di norma fanno ripetere il percorso più rapido per arrivare da un punto a un altro e fanno domande via via più difficili su punti di riferimento meno noti. A ogni colloquio si riceve un voto e dei punti: quando si ottengono abbastanza punti si può procedere al passaggio successivo. In media servono quattro orali per arrivarci. Poi bisogna dimostrare una buona conoscenza anche delle aree suburbane di Londra, imparando altri 25 percorsi. A questo punto si può fare la domanda definitiva: si riceve la licenza e si può cominciare a lavorare.

La gente ha paura e sostiene che non riuscirà mai a ricordarsi una tale mole di informazioni, dice una tassista che si chiama Nikki in un opuscolo dell’autorità dei trasporti londinese a proposito dell’esame. «Ma in realtà, se lo prendi poco per volta, tutto comincia ad avere senso. È tutta una questione di impegno». Come raccontò nel 2014 al New York Times Matt McCabe, che al tempo aveva 35 anni e si esercitava da tre, oltre a comportare molto stress però l’esame richiede anche un sacco di tempo e una spesa significativa: nel suo caso più di 200mila sterline, disse, se si conta che non aveva lavorato per anni. Per prepararsi comunque esistono apposite scuole che insegnano dritte e trucchi.

Una mappa di Londra e alcuni appunti fotografati durante una lezione di preparazione all’esame in una scuola di Londra, nel dicembre del 2014 (Dan Kitwood/Getty Images)

Il Knowledge esiste dal 1865, e anche se le sue origini non sono chiare la gran parte degli storici lo riconduce alla Grande Esposizione di Londra del 1851: molte delle centinaia di migliaia di persone arrivate in città si lamentarono che i cocchieri non conoscevano bene le strade, così l’amministrazione cittadina fu spinta a introdurre criteri più rigidi per assegnare le licenze. Ciclicamente comunque si discute se abolirlo, intanto perché oggi sono molto diffusi servizi come Uber e Bolt, che non richiedono un esame apposta e minacciano l’esistenza stessa dei taxi, e poi perché è ritenuto obsoleto, visto che ormai quasi tutte le auto sono dotate di navigatori.

In base alle statistiche più recenti di Transport for London, al momento tra Londra e la sua area metropolitana risultano attivi 16.676 tassisti, oltre 8.500 in meno rispetto a dieci anni fa (a Roma sono 7.800, a Milano meno di 5mila). Ci sono però oltre 97mila autisti di servizi di noleggio, un numero in costante aumento da quindici anni, con l’eccezione del periodo della pandemia.

Secondo Tom the Taxi Driver, che sul suo canale YouTube ha 129mila iscritti, tutto questo però non scoraggia del tutto chi vuole diventare tassista a Londra. Nonostante l’esistenza dei sistemi GPS, la preparazione per l’esame e l’esperienza insegnano a usare percorsi spesso più rapidi ed efficienti; in più trasmettono valori importanti per fare questo lavoro, come un tono professionale e il senso dell’umorismo. «Guido un taxi di Londra, ma sono anche un ambasciatore di questa favolosa città», disse qualche anno fa a NPR Brian Nayar, un istruttore: «e questo un GPS non te lo può offrire».

– Ascolta anche: Viaggio a Tokyo. I trasporti, a Tokyo, sono un caos molto organizzato