Il Molise ci prova
Dopo anni di irrilevanza, ora si propone come una destinazione alternativa al turismo di massa
di Nicolas Rodigari

Questo e gli altri articoli della sezione Capire il turismo di oggi sono un progetto del workshop di giornalismo 2025 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.
Tra tutte le regioni d’Italia, il Molise è quella che ogni anno ospita il minor numero di turisti. Il distacco con la penultima regione di questa classifica, la Basilicata, è enorme: lì il numero di turisti annuali è più di cinque volte maggiore. Ma c’è di più: anche su scala europea, secondo una classifica stilata dall’Eurostat, il Molise è all’ultimo posto. Tra i 233 territori o regioni considerati, il Molise è quello con meno visitatori. I 42mila pernottamenti annuali sono sufficienti solo per superare l’enclave spagnola di Melilla, che però non si trova in Europa ma sulla costa del Nord Africa.
Eppure, nonostante il generale disinteresse mostrato finora per il Molise come destinazione turistica, negli ultimi anni qualcosa ha iniziato a cambiare. Il crescente interesse per un tipo di turismo più lento e meno di massa ha contribuito ad aumentare le attenzioni nei confronti di un territorio come quello molisano, finora rimasto al riparo dai grandi flussi turistici. Chi si occupa di promozione turistica nella regione se ne è accorto e ha iniziato a promuoversi in questa direzione. Il Molise, insomma, prova ad attrarre più turisti.
Qualche dato incoraggiante è già visibile: il Molise è tra le regioni in cui il turismo è cresciuto di più negli ultimi anni. Rispetto al 2019, anno di riferimento perché precedente alla pandemia, le presenze in Molise sono aumentate del 12,5 per cento (miglioramento secondo solo a quello del Lazio). Anche nei dati annuali diffusi da Airbnb il Molise è dietro solo al Trentino Alto-Adige nella crescita percentuale del numero di soggiorni da parte dei viaggiatori provenienti da altre regioni italiane (nel 2024 c’è stata una crescita dell’85 per cento rispetto al 2019).

Una spiaggia di Termoli, nel 2019 (Fabrizio Villa/Getty Images)
Il Molise sta provando ad attirare l’attenzione soprattutto per un tipo di turismo che negli ultimi anni sta riscuotendo sempre maggiore successo, il cosiddetto slow tourism. Mentre le destinazioni più popolari d’Italia e d’Europa sono sempre più prese d’assalto, il Molise offre luoghi tranquilli e soprattutto autentici, un aspetto sempre più ricercato dai visitatori che iniziano a essere stanchi dell’omologazione delle località turistiche più note e frequentate.
La popolare guida turistica Lonely Planet parla infatti così del viaggiare in Molise: «Più che una vacanza si potrebbe dire che il vostro soggiorno in Molise sarà l’assaggio di una vita diversa che affonda le radici in un tempo altro, lontano». A prova del disinteresse dimostrato finora dai viaggiatori per la regione, Lonely Planet non ha ancora pubblicato una guida specifica per il Molise, come ha fatto per ogni altra regione italiana, ma le ha dedicato solo una parte residuale della guida per l’Abruzzo.
L’amministrazione regionale sta tuttavia muovendosi per stimolare il settore, puntando proprio sullo slow tourism. Di recente sono stati stanziati 700mila euro a sostegno delle società e degli enti di promozione culturale e turistica, per valorizzare questi aspetti del territorio molisano. Ad aprile è nata anche la “Molise Film Commission”, dopo che per anni gli operatori turistici avevano lamentato il fatto che il Molise fosse l’unica regione a non averne una propria. La Film Commission serve a finanziare la produzione di film e documentari girati in Molise, un modo per promuovere il territorio in tutto il mondo. «Oggi il Molise si libera dall’isolamento», ha detto il consigliere regionale Fabio Cofelice durante la presentazione dello scorso aprile.
Proprio la marginalità che ha caratterizzato il Molise finora sta offrendo inaspettate opportunità per il rilancio della regione. L’ampia diffusione sui social network di una teoria del complotto satirica sulla non esistenza della regione ha dato notorietà a un territorio che fino a poco prima era spesso dimenticato o del tutto sconosciuto. “Il Molise non esiste”, meme diventato virale tra 2013 e 2014, è ora anche uno slogan di cui gli operatori turistici hanno iniziato a intravedere il potenziale per la promozione del territorio. La fama di un luogo spesso accostato a luoghi immaginari come Narnia e la Terra di Mezzo ha suscitato curiosità anche fuori dall’Italia: la BBC ha persino deciso di mandare un corrispondente a scoprire “la regione che non esiste”.

Civitacampomarano, 2022 (Tommaso Merighi/il Post)
Intanto, i dati sul turismo in crescita in Molise hanno colto di sorpresa anche l’assessore regionale al turismo Salvatore Micone, che collega questi risultati agli sforzi fatti negli ultimi anni: «In un mondo sempre più stressato, noi proponiamo una vacanza slow. Le esperienze che offriamo sono all’apparenza semplici, come le gite nelle vigne o la raccolta dei tartufi, ma riscuotono molto successo».
Per ora la maggior parte del turismo si concentra nelle località lungo gli appena 35 chilometri di costa adriatica, da dove partono anche i traghetti per le frequentatissime Isole Tremiti pugliesi. L’entroterra è invece ancora poco noto e difficilmente raggiungibile. Come scrive sempre Lonely Planet: «Il Molise non è un territorio in cui si capita casualmente», né «un luogo per turisti qualsiasi».
Proprio su questo sta puntando l’amministrazione regionale per attirare nuovi visitatori. A giugno, durante un evento intitolato “Il Molise come Destinazione Slow”, è stata aperta la prima “Borsa del turismo esperienziale”, pensata per promuovere un modello di accoglienza sostenibile.
Nel frattempo, il Molise prova a guardare ancora più lontano. All’esposizione universale attualmente in corso a Osaka, in Giappone, il Molise ha inaugurato il proprio padiglione, soprannominato “Molisakura”, per far conoscere i prodotti molisani e con la speranza di attirare investimenti stranieri nella regione.




