• Domenica 13 luglio 2025

Come si scrive una guida turistica

Non esiste un solo modo, o un solo stile: molto dipende dagli autori e dalle autrici, ma soprattutto dalle scelte degli editori

di Delia Starace

Una turista a Singapore (Jonathan Siegel/Getty Images)
Una turista a Singapore (Jonathan Siegel/Getty Images)
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Questo e gli altri articoli della sezione Capire il turismo di oggi sono un progetto del workshop di giornalismo 2025 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.

Ci sono due grandi difficoltà che devono affrontare gli autori e le autrici di guide turistiche nel raccontare un paese, o una grande città, per un pubblico molto ampio e con interessi diversi. La prima riguarda la comprensione di un territorio che ha tante sfumature e che cambia in continuazione perché attraversa processi più ampi. La seconda è il timore di scrivere qualcosa che potrebbe invecchiare in fretta: informazioni molto pratiche come l’indirizzo di un bar o di un ristorante, ma anche il giorno di chiusura di un museo o di un’altra attrazione turistica.

Fino a un po’ di tempo fa lo scopo principale delle guide turistiche era informare i lettori su dove andare in viaggio, in che luoghi dormire o cosa mangiare. L’arrivo di Internet però ha cambiato il modo di scrivere questi testi: tutto ciò che può essere recuperato gratuitamente online è stato eliminato oppure ridotto e collocato a fondo pagina. Le guide, quindi, sono diventate meno fitte e più semplici da consultare per chi legge.

In questo nuovo contesto, secondo Mauro Morellini, editore della casa editrice Morellini e responsabile del settore turistico, l’autore o l’autrice ha il compito di «raccontare l’anima di un territorio» e di «accompagnare i viaggiatori come farebbe un amico», per farli sentire «cittadini temporanei» piuttosto che semplici turisti. La guida si trasforma così in un mezzo per sentirsi parte di una comunità di lettori, per il fatto di avere un accesso quasi esclusivo a certe conoscenze o informazioni che sono state raccolte per loro da professionisti esperti.

Il lavoro di autori e autrici può essere molto diverso, sia per ragioni di formazione che di provenienza. Possono essere giornalisti, guide turistiche, ma anche romanzieri e accademici; possono essere nati e cresciuti nel luogo che racconteranno (detti anche insider) oppure estranei a quei posti. In base a questi fattori, le guide turistiche possono cambiare e anche di molto. Dalla conoscenza dei luoghi, ad esempio, può dipendere la durata e la natura della ricerca sul campo: poche settimane, per gli insider, o periodi più lunghi, per chi non ha grande conoscenza dei posti e si affida all’intermediazione di un esperto del luogo.

Lorenzo Bonoldi è uno storico dell’arte e per Feltrinelli Morellini ha scritto un libro su Mantova, la città in cui è nato e in cui lavora come guida turistica. «Ogni autore è diverso, e mette nella sua guida quello che può essere un punto di vista soggettivo e personale» dice, «Da guida stanziale la cosa che mi spaventava di più era quello di tralasciare qualcosa, di creare malcontento», selezionando per esempio nel libro un negozio o un locale piuttosto che un altro. «Un modo per evitare di imporre in maniera troppo incisiva il proprio punto di vista è mettersi nei panni del leggente, del viaggiatore, e per il lavoro che faccio mi risulta abbastanza facile: per me è stato estremamente utile avere un background di lavoro con i turisti sul campo, perché mi ha fatto capire cose che avrei dato per scontato».

Sul piano linguistico, lo stile degli autori e delle autrici può variare a seconda del piano editoriale della casa editrice e delle diverse collane. Ad esempio la collana The Passenger, di Iperborea, unisce il reportage narrativo ad un raccolta di saggi: viene preferito per questo motivo un linguaggio più coinvolgente ad uno più freddo e informativo. «Il nostro scopo è quello di avere uno stile che vada più verso la rivista letteraria» dice Tomaso Biancardi, di Iperborea. «L’idea è di fare in modo che il lettore venga coinvolto dalle storie e che le informazioni che diamo siano chiare».

Lonely Planet, probabilmente la casa editrice di guide di viaggio più famosa in Italia, ha invece un approccio più «pop». Queste guide, infatti, sono rivolte ad un pubblico molto ampio, e adottano un tipo di linguaggio che tutti possano comprendere. Non si tratta comunque di «uno stile banale» o classico, dice la responsabile della Lonely Planet, Silvia Castelli: «La semplicità è un obiettivo difficile da praticare. Le guide sono libri di servizio, il che significa che l’autore si mette al servizio del lettore». Questi libri, dice Castelli, sono ricchi di dettagli e hanno l’obiettivo di «ispirare il lettore, per trascinarlo nella storia raccontata».

La collana Guide Verdi di Touring Club Italiano (TCI) adotta un linguaggio più tradizionale e uno stile più impersonale, evitando che gli autori o le autrici esprimano direttamente giudizi e impressioni. Cristiana Baietta, responsabile della collana, dice: «Nella collana Guide Verdi non scriveremmo mai “potete rimanere affascinati dalle sculture barocche”, ma “la facciata è composta da”, un po’ da manuale di storia dell’arte».

Nonostante la diffusione di guide turistiche online e blog di viaggio, l’industria delle guide turistiche continua a sopravvivere e ad avere un certo successo nel mercato dell’editoria. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Associazione Italiana Editori (AIE) riferiti al 2023, le vendite delle guide turistiche in formato libro sono aumentate del 15,9 per cento rispetto al 2022, per una spesa totale da parte dei lettori di 30,1 milioni di euro.
I motivi della sopravvivenza delle guide possono essere vari. Esiste ancora una fascia di persone che continua a preferire avere un libro di carta fra le mani, legata al ricordo dell’oggetto fisico, da mettere in libreria dopo essere tornata a casa dal viaggio. Inoltre, per il lettore, la guida di viaggi rimane garanzia di affidabilità, perché su Internet le informazioni possono essere numerose, e molte confuse, mentre nelle guide le notizie sono già state verificate in prima persona dall’autore o dall’autrice.