• Domenica 13 luglio 2025

Che lavoro è l’influencer di viaggi

Guadagnare soldi girando per il mondo è il sogno di molte persone, ma non è così facile come sembra

di Matilde Perego

Una turista in Cappadocia, a Göreme, in Turchia
Una turista in Cappadocia, a Göreme, in Turchia (Sebastian Kahnert/dpa/ansa)
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Questo e gli altri articoli della sezione Capire il turismo di oggi sono un progetto del workshop di giornalismo 2025 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.

L’influencer di viaggi più seguito in Italia è Nicolò Balini – meglio noto come HumanSafari – che ha oltre un milione di iscritti al suo canale YouTube. Da cinque anni tutti i lunedì pubblica un video in cui condivide avventure e racconti curiosi dei paesi che visita. Fino al 2026 tutti i lunedì di Nicolò Balini sono «occupati da uno sponsor», ovvero un’azienda che lo paga per far comparire un riferimento ai prodotti o servizi. Nonostante questo, la sua principale fonte di guadagni non sono gli sponsor, ma quello che riceve da YouTube grazie alle centinaia di migliaia di visualizzazioni dei suoi video.

Per chi riesce a crearsi un seguito – anche minore di quello di Balini – pubblicando video e foto dei propri viaggi, e consigli per chi vuole replicarli, quello dell’influencer, o content creator, può diventare un lavoro a tempo pieno e anche molto remunerativo. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio influencer marketing, in Italia i creatori di contenuti che si occupano di viaggi sono circa il 15 per cento. Non è semplice stimare con precisione i guadagni medi: c’è chi ottiene pochi centesimi a visualizzazione e chi invece può essere pagato migliaia di euro per un solo post.

Tra le aziende che ingaggiano gli influencer di viaggio per farsi pubblicità ci sono agenzie turistiche, compagnie aeree, alberghi, ristoranti. Oltre a questi ci sono anche molti marchi di prodotti che con i viaggi hanno poco a che fare, ma che sono comunque interessati alla visibilità e al pubblico di quei creator. Sui loro profili Instagram, Youtube e TikTok, le collaborazioni a pagamento si riconoscono dalla sigla adv (abbreviazione di advertising, cioè pubblicità). In altri casi, le attività o i prodotti vengono regalati (e segnalati con la scritta supplied) in cambio di visibilità, oppure gli influencer vengono invitati (invited) da alberghi o ristoranti.

Anche se a giudicare dai loro video non sembra, i viaggi di questi influencer non sono esattamente delle vacanze. Valentina Raso, content creator di viaggi seguita da oltre 200mila persone su Instagram e 800mila su TikTok, racconta che quando è via «ogni giornata è una “maratona creativa”: sveglia presto per catturare la luce giusta, ore di spostamenti, visite, riprese, foto, storie da montare al volo. E la sera, quando le attività terminano, sono al computer o al telefono per editare o rispondere a email». Non è un lavoro che si limita solo a viaggiare, spiega Raso: «Siamo autori, registi, montatori, imprenditori e comunicatori. E spesso lavoriamo tante ore per creare 60 secondi di video».

Balini solitamente dedica quattro episodi a ogni viaggio. Quando è via, cerca di registrare più materiale possibile e di creare anche contenuti per altre piattaforme oltre a YouTube, come Instagram e TikTok (per cui è aiutato da alcuni collaboratori). Al rientro si occupa personalmente del montaggio e della pubblicazione dei contenuti per YouTube perché ci tiene, dice. Finito questo lavoro, riparte. Di solito fa due o tre viaggi al mese: tra gli ultimi ci sono Kazakistan, Corea del Nord e Bangladesh.

Nel caso di Balini il lavoro da influencer di viaggi non si è limitato alla creazione di contenuti ma l’ha portato a fondare con altri colleghi un’agenzia – SiVola – che nel 2024 ha fatto viaggiare circa 15mila persone e ha fatturato quasi 50 milioni di euro.

L’azienda SiVola è oggi molto conosciuta grazie alla figura di Balini, che è apprezzato per la scelta di mete impopolari e per le curiosità che condivide sulla storia e la geografia dei paesi che visita.

Tra i social network più usati per i contenuti sui viaggi, YouTube è il più remunerativo perché, a differenza di Instagram e TikTok, i video continuano ad essere visti anche a distanza di molto tempo. Su YouTube i guadagni si generano sia dalla piattaforma (grazie alle visualizzazioni) che dalle sponsorizzazioni, mentre sugli altri social si guadagna solo con le seconde.

Spesso i marchi o le aziende con un budget più basso collaborano con gli influencer sulle storie, che hanno un costo inferiore rispetto ai post perché scadono dopo 24 ore. Queste possono raggiungere moltissime visualizzazioni e si possono anche includere i link per facilitare l’acquisto o la visita sui siti degli sponsor.

Gli influencer sentiti dal Post hanno detto di essere ben consapevoli del fatto che il loro lavoro si basa sulla fiducia che gli viene accordata dai follower. Secondo Raso chi fa questo lavoro ha una grande responsabilità perché si promuovono prodotti a migliaia di persone. «Rifiuto le proposte che non sono in linea con la mia identità o con quello che voglio trasmettere. Non promuovo prodotti o servizi che non userei, o che non consiglierei davvero ad un amico, ed esperienze che a mio parere rischiano di alimentare dinamiche tossiche nel turismo».

I video e le foto dei viaggi alimentano inevitabilmente il turismo di massa, spiega Balini, un fenomeno che negli ultimi anni ha fatto molto discutere per l’impatto ambientale e sociale sulle mete turistiche più richieste. Ma se da un lato si rischia di inquinare ambienti incontaminati, dall’altro, secondo Balini, esiste anche un modo per fare contenuti sui viaggi che renda le persone più consapevoli. Infatti sono molti gli influencer che puntano a promuovere mete turistiche e attività che mirano alla sostenibilità, per un turismo più responsabile.