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  • Venerdì 11 luglio 2025

Trump sta rendendo la vita difficile anche alla musica latina

Per i cantanti che vengono dal Messico e dal Sudamerica organizzare i concerti negli Stati Uniti è sempre più difficile

La folla durante il Sueños Music Festival, 25 maggio 2024, a Chicago. (Daniel Boczarski/Getty Images)
La folla durante il Sueños Music Festival, 25 maggio 2024, a Chicago. (Daniel Boczarski/Getty Images)
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Le politiche dell’amministrazione Trump contro l’immigrazione stanno avendo delle conseguenze anche sulla florida industria della musica latina, che da diversi anni è sempre più importante nella discografia globale grazie al successo di cantanti portoricani come Bad Bunny, Rauw Alejandro e Ozuna. Se Porto Rico è un territorio statunitense, però, i cantanti che vengono dai paesi dell’America Centrale e dal Sudamerica hanno sempre più difficoltà a ottenere il visto per esibirsi e lavorare negli Stati Uniti, e i concerti sono considerati ora dei luoghi pericolosi da una parte del pubblico. Una conseguenza non da poco, visto che gli eventi dal vivo sono per molti musicisti la principale fonte di sostentamento.

La burocrazia per i musicisti stranieri per entrare nel paese era già diventata più lunga e complessa l’anno scorso, quando era aumentato anche il costo dei visti artistici. Ora però si è aggiunta l’incertezza circa la possibilità che i visti vengano concessi, perché sempre più spesso le richieste vengono rifiutate e i visti già esistenti vengono revocati per motivi che a volte non sono chiari neanche ai diretti interessati, soprattutto quando riguardano artisti provenienti dal Messico. Quando NBC lo ha contattato per avere spiegazioni sul motivo del ritiro dei visti, il dipartimento di Stato ha risposto senza dare spiegazioni.

Non ce n’erano state nemmeno in occasione della revoca del visto a diversi musicisti. Ad aprile Julion Alvarez, un cantante di riferimento nella musica regionale messicana, era stato il primo cantante latinoamericano a riempire il SoFi Stadium di Los Angeles per tre serate consecutive. La tournée sarebbe dovuta proseguire nello stadio da 50 mila posti di Dallas, ma è stata cancellata a causa della revoca del suo visto da parte del dipartimento di Stato.

Anche i membri del Grupo Firme, una famosa band messicana, sono stati costretti a ritirarsi da un grande festival a Napa, in California, per lo stesso motivo: i loro visti sono stati sospesi e sottoposti a una revisione amministrativa. Ad aprile il dipartimento di Stato ha revocato anche i visti dei Los Alegres del Barranco. In questo caso il motivo è stato menzionato: il gruppo durante un concerto in Messico a marzo aveva mostrato – «glorificando» secondo il dipartimento – alcune immagini del boss della droga “El Mencho”.

Joaquin Ruiz dei Grupo Firme, a Città del Messico, 24 marzo 2022. (AP Photo/Marco Ugarte)

A maggio un festival di musica e cultura messicana che si sarebbe dovuto tenere a Chicago è stato cancellato: l’organizzazione non poteva assicurare che la maggior parte degli artisti avrebbe ottenuto il visto per lavorare negli Stati Uniti a causa del «rapido cambiamento del clima politico».

Il ritiro dei visti di artisti noti e affermati come Grupo Firme ha causato un forte senso di insicurezza tra gli artisti emergenti, che sempre più spesso rinunciano a organizzare concerti negli Stati Uniti e preferiscono investire per realizzare un tour in destinazioni alternative, dove sono sicuri di poter suonare. Inoltre per gli artisti sudamericani un tempo era molto comune e facile trascorrere del tempo negli Stati Uniti per incidere nuova musica e trovare contatti per negoziare nuovi accordi commerciali per organizzare i propri concerti. Tutte queste attività stanno mano a mano diminuendo, impedendo così di pubblicizzare il proprio nome e la propria musica nel paese.

Questa situazione di tensione non riguarda solo gli artisti, ma anche il pubblico. Come avviene per altri grandi eventi pubblici – sportivi, religiosi – anche i concerti sono diventati oggetto dei controlli da parte dell’ICE, l’agenzia federale dell’immigrazione. In molte comunità latine negli Stati Uniti è diventato quindi più rischioso partecipare a eventi dal vivo, soprattutto per le persone che hanno uno status migratorio incerto o non hanno i documenti. Questo clima ha avuto un impatto particolarmente forte sugli spettacoli di musica latina, che attraggono un pubblico in larga parte composto da persone di origine ispanica.

Le conseguenze sono visibili: si organizzano meno festival e concerti, e quelli che si tengono registrano un calo significativo della partecipazione. Un artista meno famoso come El Fantasma – che normalmente vende migliaia di biglietti – agli ultimi concerti ne ha vendute poche centinaia. Al concerto del 20 giugno di El Fantasma a Nashville, ad esempio, c’erano circa 800 persone, quando in condizioni normali il pubblico sarebbe stato cinque volte tanto, secondo Euler Torres, vicepresidente della più importante organizzazione per i diritti civili latinoamericani, LULAC. Questa tendenza si sta ripetendo in tutto il sud del Paese, dalla California all’Arizona e al Texas, interessando in particolare gli spettacoli di medie e piccole dimensioni.

Bad Bunny durante un concerto a San Juan, Porto Rico, il 7 giugno 2024. (Gladys Vega/Getty Images)

Bad Bunny durante un concerto a San Juan, Porto Rico, il 7 giugno 2024. (Gladys Vega/Getty Images)

L’approccio anti immigrazione promosso dall’amministrazione Trump ha avuto anche un altro effetto sulla musica latina: alcuni artisti hanno scelto consapevolmente di allontanarsi dagli Stati Uniti. Il caso più emblematico è quello di Bad Bunny, cantante e rapper portoricano da anni tra gli artisti più famosi e influenti al mondo. A maggio ha annunciato il suo nuovo tour “DeBÍ TiRAR MáS FOToS”, con 56 date in tutto il mondo — tra America Latina, Australia, Giappone ed Europa nell’estate 2025 — di cui nessuna negli Stati Uniti.

Bad Bunny ha sempre espresso con forza il suo orgoglio per le proprie radici portoricane, spesso menzionate direttamente nei testi delle sue canzoni o prendendo decisioni molto pratiche, come esibirsi in una residency – una serie di concerti nello stesso posto – a Porto Rico. Stasera è prevista la prima data, e continuerà fino a metà settembre.