Un tribunale degli Stati Uniti ha di nuovo bloccato l’ordine esecutivo di Trump contro la cittadinanza ai figli delle persone migranti

Il presidente statunitense Donald Trump
(EPA/WILL OLIVER/ POOL POOL/ANSA)

Giovedì un tribunale federale del New Hampshire, negli Stati Uniti, ha emesso una sentenza che di fatto impedisce l’entrata in vigore del contestato ordine esecutivo del presidente statunitense Donald Trump che elimina lo “ius soli” per i figli e le figlie di migranti o immigrati irregolari, cioè la loro possibilità di ottenere la cittadinanza se nascono negli Stati Uniti, come è sempre stato finora. Il tribunale del New Hampshire lo ha fatto attraverso un procedimento particolare, con cui ha formalmente riconosciuto come class action, cioè come un’azione legale collettiva, una causa intentata contro l’ordine esecutivo di Trump da una donna incinta e da una coppia di genitori coi propri figli.

Era l’unico modo con cui il tribunale poteva agire per bloccare l’ordine esecutivo di Trump, da quando lo scorso giugno la Corte Suprema statunitense aveva emesso una sentenza che aveva limitato i poteri dei tribunali nel bloccare le decisioni di Trump. La Corte, che è il più importante tribunale del paese, aveva dichiarato incostituzionali le sentenze che bloccavano l’ordine esecutivo di Trump (ancora mai entrato in vigore), sostenendo che eccedessero i poteri dei tribunali. La Corte Suprema è composta per la maggior parte da giudici nominati da presidenti Repubblicani e si è da tempo spostata su posizioni politiche vicine a Trump.

La causa intentata dalla donna incinta e dalla coppia di genitori contro l’ordine esecutivo di Trump era una delle molte fatte contro l’ordine negli ultimi mesi, ed era seguita dall’American Civil Liberties Union, associazione che si occupa di diritti civili: certificandola come class action, il tribunale del New Hampshire ha allargato il raggio della causa a tutti i bambini e le bambine potenzialmente interessati dall’ordine esecutivo. La sentenza di fatto blocca ancora una volta l’entrata in vigore della legge: l’amministrazione di Trump ha sette giorni di tempo per fare appello.