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  • Giovedì 10 luglio 2025

Trump vuole usare i dazi al Brasile per aiutare Jair Bolsonaro

Ha minacciato di alzarli al 50% se non verrà chiuso il processo all'ex presidente, suo alleato e accusato di aver pianificato un colpo di stato

Donald Trump e Jair Bolsonaro nel 2019 (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
Donald Trump e Jair Bolsonaro nel 2019 (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
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Donald Trump ha diffuso una lettera indirizzata al governo brasiliano in cui dice che, se non verrà interrotto il processo contro l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, gli Stati Uniti imporranno dazi del 50 per cento sulle merci brasiliane. Bolsonaro è un noto alleato di Trump, e la richiesta è un’ingerenza nell’autonomia giudiziaria di un paese straniero piuttosto inedita anche per i suoi standard.

Bolsonaro governò il Brasile dal 2019 al 2022, quando fu sconfitto dall’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva, noto come Lula. È sotto processo con l’accusa di aver progettato un colpo di stato, di aver incoraggiato i suoi sostenitori ad assaltare gli uffici delle principali istituzioni governative nella capitale Brasilia all’inizio del 2023 e di aver progettato – senza poi realizzarlo – l’omicidio di tre avversari politici: Lula, il suo vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes.

Nella lettera Trump ha definito il processo «una caccia alle streghe» e una «vergogna internazionale» e ha chiesto che sia chiuso immediatamente. Trump ha detto che i dazi maggiorati entreranno in vigore il prossimo 1° agosto: al momento sono al 10 per cento, la base minima introdotta da Trump per praticamente tutti i paesi.

Finora il Brasile era rimasto fuori dalle offensive commerciali di Trump, anche perché dal 2008 ha una bilancia commerciale negativa con gli Stati Uniti, cioè importa più prodotti di quanti ne esporti. Il deficit nel 2024 è stato di 6,8 miliardi di dollari. Anche per questo il governo brasiliano non sembra intenzionato a “trattare” o a fare particolari concessioni per evitare i dazi aggiuntivi. Lula ha già annunciato che in base alla legge brasiliana di “reciprocità economica” verranno istituiti dazi sui prodotti statunitensi uguali a quelli di Trump.

Il mercato statunitense vale per i prodotti brasiliani il 12 per cento del totale delle esportazioni: il primo partner commerciale è la Cina (30 per cento dell’export totale, soprattutto di prodotti agroalimentari). Lula negli ultimi mesi ha lavorato molto per cercare di diversificare le sue esportazioni, anche con nuovi accordi con i paesi del BRICS (il gruppo di paesi emergenti composto inizialmente da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e con l’Indonesia. Gli Stati Uniti invece importano dal Brasile un terzo del caffè e la metà del succo d’arancia consumati nel paese.

Un sostenitore di Bolsonaro con la maschera di Trump a Brasilia nel 2023 (AP Photo/Eraldo Peres)

Bolsonaro ha commentato sui social la notizia con una citazione biblica: «Quando comandano i giusti, il popolo gioisce, quando governano gli empi, il popolo geme». I rapporti fra la famiglia Bolsonaro e Trump sono molto stretti da tempo: i due politici hanno avuto gli stessi consiglieri, fra cui Steve Bannon; l’ex presidente brasiliano fu ospite della residenza in Florida di Trump subito dopo la sconfitta elettorale del 2022 (restò negli Stati Uniti per tre mesi); ha presenziato a vari incontri dell’estrema destra statunitense e il figlio Eduardo è più volte stato ricevuto privatamente alla Casa Bianca dove ha cercato di fare pressioni per un intervento di Trump in favore del padre, che rischia fino a 43 anni di carcere nel processo che dovrebbe riprendere a settembre.

Nella lettera Trump ha anche citato presunti attacchi brasiliani a «elezioni libere» (Bolsonaro ha riproposto in Brasile le teorie infondate di Trump sui brogli elettorali a vantaggio della sinistra) e alla «libertà di espressione», un riferimento ad alcune decisioni del giudice brasiliano Alexandre de Moraes in una lunga contesa contro X.

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