Kevin Spacey vuole tornare a fare l’attore

Dopo esser stato assolto in tutti i processi contro di lui: Hollywood è fuori discussione, in Italia invece è molto richiesto

Kevin Spacey durante un evento a Milano (Rosdiana Ciaravolo/Getty Images)
Kevin Spacey durante un evento a Milano (Rosdiana Ciaravolo/Getty Images)
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Da quando nel 2017 è stato accusato da diversi uomini di molestie sessuali e ha subito tre processi tra gli Stati Uniti e il Regno Unito, l’attore statunitense e vincitore di due premi Oscar Kevin Spacey non ha più preso parte a film o serie tv di primo piano. Nel 2025 però comparirà in MiniMarket, una serie comedy ambientata appunto in un minimarket, che sarà disponibile da novembre solo su RaiPlay.

Dopo essere stato assolto da tutti i procedimenti, tra il 2023 e il 2024, non è infatti riuscito a tornare nell’industria del cinema americano, ma è tornato a recitare in film minori, di piccola distribuzione e poco noti, specialmente in Europa, dove c’è generalmente una maggiore indulgenza verso le persone famose accusate di molestie sessuali. L’Italia in particolare si è dimostrata uno dei paesi che più l’hanno invitato, celebrato e coinvolto in produzioni per il cinema e per la tv.

«Chi avrebbe mai pensato che onorare qualcuno assolto in ogni tribunale in cui si è presentato sarebbe stato considerato un atto di coraggio? Eppure eccoci qui». Così Spacey ha iniziato il suo discorso alla cena di gala della fondazione Better World Fund che si è svolta lo scorso maggio a Cannes durante il festival del cinema (ma senza nessuna relazione con l’evento).

Quell’invito e quel discorso in quel contesto sono al momento la cosa più in vista a cui Spacey abbia partecipato dal 2017. Già nel 2019 però, ben prima delle assoluzioni, Kevin Spacey era stato invitato a recitare una poesia al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo a Roma. Nel 2023 aveva ricevuto il premio Stella della Mole del Museo del cinema di Torino, in una delle prime apparizioni pubbliche dopo le accuse.

Nel 2024 invece ha preso parte al film italiano The Contract, scritto dall’ex attrice porno Eva Henger e al momento ancora non distribuito, e nei prossimi mesi, come detto, sarà in MiniMarket. Spacey è comparso inoltre nella trasmissione La vita in diretta, è stato recentemente premiato al Nations Award di Taormina ed è stato ospite per una masterclass all’Italian Global Series Festival, una manifestazione che celebra le serie tv, fortemente voluta dal governo, la cui prima edizione si è svolta quest’anno a Rimini.

L’accoglienza di Spacey in Italia non è così strana. Prima di lui qui avevano infatti trovato lavoro diversi attori e registi che, dopo accuse di molestie, faticavano a trovare ruoli in film hollywoodiani. Per esempio Johnny Depp, durante e dopo il processo che ha coinvolto lui e la ex moglie Amber Heard, ha recitato in diverse produzioni italiane poco note (più che altro progetti animati prodotti da società del produttore Andrea Iervolino) e ha diretto un film coprodotto in Italia, Modì – Tre giorni sulle ali della follia. Allo stesso modo l’attore James Franco, accusato di molestie durante i corsi della sua scuola di recitazione, ha partecipato al film di Claudio Giovannesi Hey Joe e sarà nel film Squali.

Insieme al produttore cinematografico Harvey Weinstein, Kevin Spacey è stata la celebrità più in vista tra quelle coinvolte nella serie di denunce per molestie emerse col movimento #MeToo. La causa considerata la più importante tra quelle che l’hanno coinvolto è quella che l’attore Anthony Rapp intentò nel 2020, non solo perché le sue accuse furono le prime (nel 2017), ma anche perché si trattava di accuse di molestie per fatti risalenti al 1986, quando Spacey aveva 27 anni e Rapp 14.

Dopo le accuse di Rapp altre 15 persone avanzarono simili accuse di molestie e comportamento inappropriato, tra cui il figlio dell’attore Richard Dreyfuss, attori e registi meno noti e otto persone dello staff della serie House of Cards, di cui Spacey era protagonista. La maggior parte di queste fu risolta senza arrivare a un processo e senza un accordo tra le parti ma con il ritiro delle accuse. Spacey si è sempre dichiarato innocente.

Dopo il processo basato sulla denuncia di Rapp, che si svolse negli Stati Uniti, un altro processo a Spacey si è svolto nel Regno Unito tra il 2022 e il 2023, per le accuse di molestie da parte di nove diverse persone che avevano avuto a che fare con lui nel periodo in cui era direttore artistico dell’Old Vic Theatre di Londra. La sentenza di quel processo, arrivata un mese dopo quella del processo intentato da Rapp, è stata ugualmente un’assoluzione. L’anno successivo, poi, è stato assolto in un ultimo processo per molestie, sempre nel Regno Unito.

Nonostante queste assoluzioni però la carriera di Kevin Spacey, che nel 2017 si era interrotta drasticamente, non è mai ripartita. In seguito alle prime numerose accuse, Netflix aveva deciso di far morire il suo personaggio al termine della stagione in corso di House of Cards e aveva bloccato Gore, un film biografico su Gore Vidal di cui Spacey doveva essere protagonista. La decisione repentina di Netflix indusse anche la produzione del film Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott a bloccare il film, in cui Spacey aveva un ruolo di supporto ma cruciale, quello del miliardario Paul Getty. Per sbloccare il film Scott propose di rigirare tutte le scene che coinvolgevano Spacey con un altro attore (Christopher Plummer), a produzione ormai terminata. Fu uno sforzo economico e umano eccezionale che non era mai stato tentato. Il film poté così essere distribuito. Da quel momento Kevin Spacey non è più stato coinvolto in nessun progetto di primo piano.

Come ha fatto notare nel 2018 Dario Rossi su Link, l’ultimo film girato da Spacey, Billionaire Boys Club, era stato fatto uscire un anno dopo le accuse, nascondendo la presenza dell’attore nel trailer e scusandosi con un comunicato stampa in cui veniva precisato che il film era stato girato prima dello scandalo. L’incasso del primo giorno fu di appena 126 dollari. Nel frattempo Spacey si era fatto ricoverare in una clinica per curare la dipendenza dal sesso: fu considerata da molti un’operazione per ripulire la propria immagine pubblicamente più che una vera presa di coscienza.

La prima apparizione pubblica di Spacey dopo le accuse fu a Natale del 2018, quando postò un video sul suo canale Instagram, fino a quel momento rimasto inattivo, dal titolo Let Me Be Frank (“Consentitemi di essere franco”, ma anche “Lasciatemi essere Frank”), in cui, parlando come il personaggio Frank Underwood di House of Cards, pronunciava un monologo che faceva intuire che avrebbe fatto di tutto per difendersi e non si sarebbe arreso. Lo stesso fece l’anno seguente, con il medesimo tono da Frank Underwood e la stessa idea di fondo, e poi ancora nel 2020. Tutti questi video appaiono “messi in scena”, preparati, anche se di certo non in modi costosi; in tutti Spacey recita.

Solo nel 2024, dopo le assoluzioni ma anche dopo l’uscita di un documentario prodotto dal canale britannico Channel 4 intitolato Spacey Unmasked, in cui viene dato spazio alle accuse di 10 uomini nei suoi confronti, Spacey è tornato a parlare pubblicamente senza interpretare un personaggio. Prima con un lungo thread su X riguardo il documentario e poi in un’intervista sul canale YouTube del noto giornalista britannico Piers Morgan. In quell’occasione spiegò tra le altre cose di aver evitato la bancarotta ma di non avere più un soldo. Spiegò che i licenziamenti, i molti processi e i sei anni di spese legali necessarie per difendersi, oltre alle multe (la società di produzione di House of Cards chiese e ottenne da lui 30 milioni di dollari per danni procurati) lo avevano lasciato con debiti per milioni di dollari. Per questo aveva dovuto vendere la sua casa a Baltimora e aveva messo in un magazzino tutto quel che conteneva.

Sempre con Piers Morgan, Spacey si disse pentito di essere stato troppo “handsy”, cioè una persona che “allunga le mani”, e rammaricato di «aver toccato alcune persone con intenti sessuali in modi che all’epoca non sapevo non fossero graditi». Oltre a questa implicita ammissione di aver avuto comportamenti sconvenienti, si disse pronto a prendersi la responsabilità del proprio atteggiamento, che definì «cattivo, cattivo, cattivo», prima di ribadire di essere anche stato vittima di moltissime accuse fasulle.

Il primo film con Spacey uscito dopo il 2017 fu Control, nel 2023, l’anno in cui fu scagionato dai primi due processi. È una produzione britannica che ha avuto scarsa distribuzione, nella quale Spacey compare solo come voce dell’intelligenza artificiale dell’auto di un politico. Nel 2024 uscì invece un suo film americano, Peter Five Eight, un thriller in forma di commedia, anche questo di piccolo budget (10 milioni di dollari) e scarsissima circolazione.

Secondo il regista e sceneggiatore di Control, Gene Fallaize, una volta assolto Spacey avrebbe avuto bisogno di fare film indipendenti per un paio d’anni prima di essere richiamato dalle produzioni maggiori. Fallaize precisava anche che sarebbe stato più facile per lui partecipare a quel tipo di film in paesi più “indulgenti” riguardo le accuse che aveva subito, un riferimento ad alcuni stati europei. Sono passati due anni e al momento non ci sono notizie di un possibile ritorno di Spacey a film o serie di primo piano.

Durante il festival di Cannes di quest’anno è anche circolata la notizia che Spacey starebbe per dirigere un film americano indipendente intitolato Holiguards, con diversi attori che lavorano nel circuito minore: Eric Roberts (fratello della più nota Julia), Tyrese Gibson (noto per un ruolo di supporto nella serie Fast & Furious) e Dolph Lundgren (noto per il ruolo di Ivan Drago nel film Rocky IV). Holiguards è stato raccontato al mercato dei film di Cannes come un film di fantascienza nel quale due antiche fazioni di guerrieri (Holiguard e Statiguard) sono in guerra segretamente per il destino dell’umanità, e nel quale una donna scopre di essere figlia dei leader delle fazioni e quindi potrebbe portare la pace.

Nel maggio del 2024, dopo l’uscita del documentario Spacey Unmasked, gli attori Sharon Stone, Liam Neeson, F. Murray Abraham e Stephen Fry si sono pronunciati pubblicamente a favore di un ritorno di Spacey nelle produzioni hollywoodiane. Sono le uniche persone attive nell’industria del cinema americano ad aver appoggiato l’attore pubblicamente.