La Cina non aveva mai concesso l’ingresso senza visto ai cittadini di così tanti paesi

Una guida e dei turisti al Tempio del Cielo di Pechino, 15 giugno 2025 (AP Photo/Andy Wong)
Una guida e dei turisti al Tempio del Cielo di Pechino, 15 giugno 2025 (AP Photo/Andy Wong)

La Cina sta permettendo ai cittadini di sempre più paesi di entrare senza il bisogno di un visto, ma solo con un permesso temporaneo di 30 giorni concesso direttamente dalle autorità di frontiera. All’inizio dell’anno potevano farlo i cittadini di 38 paesi, ora sono 74 e diventeranno 75 il 16 luglio, quando sarà consentito anche a quelli dell’Azerbaijan. Non erano mai stati così tanti. Alla base di questa decisione c’è il tentativo di favorire l’industria turistica nazionale dopo la pandemia da coronavirus, e sembra aver avuto un certo successo: dopo un risultato molto deludente nel 2023 e qualche progresso nel 2024, ora il numero di visitatori stranieri sta tornando simile al periodo pre-pandemia. I cittadini italiani possono entrare in Cina senza visto dal dicembre del 2023.

Possono entrare liberamente in Cina i cittadini di quasi tutti i paesi europei e sudamericani, cinque paesi arabi, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud. A parte i piccoli stati insulari delle Seychelles e di Mauritius non c’è invece alcun paese africano, nonostante i grossi investimenti cinesi nel continente. In molti casi il programma è stato attivato per un periodo “di prova” di un anno, dopo il quale dovrà essere riconfermato dal governo cinese: per l’Italia scade il 31 dicembre 2025.

Il permesso di ingresso senza visto di 30 giorni non vale nemmeno per i cittadini statunitensi, che sono fra i visitatori più numerosi in Cina. Assieme alle persone di altri 10 paesi possono comunque entrare senza visto, ma a condizioni meno vantaggiose, grazie a un programma che consente un transito di 10 giorni, a condizione che si esca da un punto del paese diverso rispetto a quello in cui si è entrati. Oltre agli statunitensi possono usare questo sistema i cittadini di Regno Unito, Svezia, Ucraina e Russia, tra gli altri.

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