Il criticato bonus di Glovo per i rider che aumenta se fanno consegne quando fa più caldo
Era stato visto come un incentivo (per quanto minimo) a lavorare in condizioni estreme, e l'azienda l'ha sospeso dopo pochi giorni

L’articolo è stato aggiornato per dare conto della sospensione del bonus da parte di Glovo.
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Il 1° luglio la società di consegne a domicilio Glovo aveva introdotto per i rider, ovvero i fattorini che si occupano delle consegne, dei bonus economici legati al caldo, che salivano con l’aumentare delle temperature. L’iniziativa è stata subito parecchio criticata: il 3 luglio l’azienda ha fatto sapere di aver sospeso i bonus e il sindacato di riferimento della categoria, la FeLSA Cisl, ha detto che ci saranno degli incontri per decidere misure alternative.
Il bonus era stato annunciato da Glovo con una comunicazione inviata ai lavoratori e alle lavoratrici, che diceva:
«Ciao, l’aumento delle temperature ci impone di prestare particolare attenzione a chi lavora all’aperto. (…) La tua sicurezza è la nostra priorità. Sappiamo che l’emergenza calore in corso possa comportare costi imprevisti per proteggerti. Per questo motivo, se effettuerai consegne con Glovo nei mesi di luglio e agosto, avrai diritto a un contributo economico per l’acquisto di crema solare, sali minerali e acqua».
Il valore del bonus variava in base alla temperatura registrata nella città in cui si svolge il servizio, come percentuale sul compenso dato al rider per una singola consegna. Aveva detto sempre Glovo:
«Per una temperatura compresa fra i 32 °C e i 36 °C riceverai un bonus del 2%, per una temperatura compresa fra i 36 °C e i 40 °C riceverai un bonus del 4%, per una temperatura superiore a 40 °C riceverai un bonus dell’8%»
Più che una forma di tutela, il bonus di Glovo è stato percepito come un risarcimento insignificante a fronte di un rischio enorme per la salute, se non come una forma di incentivo – pur minimo – a lavorare in condizioni estreme. Il sindacato Cgil si è lamentato con Glovo, scrivendo che «nessun compenso può giustificare il lavoro in condizioni di rischio estremo», che «la salute viene prima dei bonus» e che l’iniziativa dell’azienda rischia «di trasformare un pericolo per la salute in un incentivo economico».
Il bonus di fatto valeva pochi centesimi a consegna (i compensi per una consegna solitamente sono di pochi euro): una consegna che dà al rider 2 euro e 50 fatta con una temperatura di più di 40 °C, per esempio, avrebbe prodotto un bonus di 20 centesimi. I bonus avrebbero dovuto essere validi per le consegne dal 1° luglio al 31 agosto e il contributo sarebbe stato erogato con la fattura del 21 settembre 2025, cioè a fine estate (diventando quindi sostanzialmente inutile per l’acquisto di misure protettive per il sole e il caldo, come creme solari o sali minerali).
I bonus di Glovo sono stati criticati anche da alcuni politici, tra cui parlamentari e presidenti di regione. Negli ultimi giorni diverse regioni hanno introdotto provvedimenti che impongono la sospensione del lavoro all’aperto nei cantieri, nelle cave, nei campi e nei vivai dalle 12:30 alle 16 nei giorni considerati ad alto rischio, fino al 31 agosto. Tra queste c’è il Piemonte, il cui presidente Alberto Cirio ha criticato l’iniziativa di Glovo e ha precisato che l’ordinanza da lui approvata contro gli effetti del caldo è stata estesa anche a chi fa consegne a domicilio, perché «è evidente che si tratta di un lavoro svolto principalmente nell’orario dei pasti, quando è molto caldo».
– Leggi anche: Cosa stanno facendo le regioni contro gli effetti del caldo
Inizialmente Glovo aveva spiegato che il bonus era da intendersi come «misura compensativa» e non rappresentava «in alcun modo un incentivo alla prestazione» dei rider. Aveva aggiunto di voler continuare a confrontarsi con i sindacati, perché «la sicurezza e il benessere dei rider restano una priorità». Giovedì ha poi annunciato di aver sospeso il sistema dei bonus.


