C’è un accordo tra associazioni dei datori di lavoro e sindacati per adattare le condizioni di lavoro al caldo, per ora molto vago

Mercoledì al ministero del Lavoro i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro hanno firmato un accordo per adattare le condizioni di lavoro agli eventi climatici estremi, come il caldo di queste settimane: è un protocollo per le emergenze in generale – quindi non solo caldo, ma anche freddo, alluvioni, e altri eventi estremi – e il suo obiettivo è quello di unire la necessità di mandare avanti le aziende con quella di garantire ai lavoratori migliori condizioni di salute e sicurezza.
Il protocollo non contiene in realtà disposizioni molto concrete, ma più dichiarazioni di principio da completare poi con accordi territoriali e nei singoli settori: per ora prevede disposizioni per maggiore formazione e informazione in azienda sui rischi climatici, e obbliga le imprese a consultare il meteo prima di organizzare il lavoro. Il ministero del Lavoro ha detto che recepirà i contenuti del protocollo in un decreto ministeriale e che nel frattempo raddoppierà i fondi per finanziare la cassa integrazione per questioni climatiche, come il caldo.
Si discuteva di questo accordo da tempo, e il fatto che sia stato trovato solo ora è significativo del livello di allerta raggiunto negli ultimi giorni sul caldo: è uno dei rari accordi di questi anni tra rappresentanti delle imprese e sindacati, e testimonia la necessità di entrambe le categorie per mostrarsi attive sul tema. Ma è anche arrivato evidentemente tardi, visto che l’ondata di calore più estrema dell’anno potrebbe essere già passata. Diverse associazioni dei datori di lavoro sono state piuttosto scettiche sull’accordo, sostenendo che servirebbe su questo una normativa nazionale adeguata e che sia effettivamente attuata: al momento esistono regole e leggi in gran parte inapplicate, e ogni regione finisce per stabilire regole sue.


