Il cinema cinese non diventerà la nuova Hollywood
Sembrava plausibile fino a qualche anno fa, ma anche se ha prodotto il film dal maggiore incasso del 2025, le cose non vanno affatto come previsto

Il 2025 è l’anno in cui il cinema cinese ha realizzato l’incasso più grande e importante di sempre, quello di Ne Zha 2, film d’animazione che ha superato i due miliardi di dollari in tutto il mondo. Ma è anche l’anno in cui gli incassi cinesi, nel loro complesso, sono entrati in crisi. Il grandissimo successo di Ne Zha 2 e il modo in cui è stato raggiunto hanno mascherato il fatto che i cinema cinesi incassano il 12 per cento in meno rispetto alla media degli anni precedenti alla pandemia, e che negli ultimi quattro mesi abbiano incassato regolarmente meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Per poco più di un decennio l’industria del cinema cinese è cresciuta con una rapidità impressionante, aiutata da fondi statali e da una pianificazione governativa. Fino a quattro anni fa molti pensavano addirittura che in poco tempo la Cina sarebbe riuscita a diventare la principale industria cinematografica del mondo, superando quella americana. Ora non sembra più possibile.
Per il regime cinese sovvenzionare il cinema è utile a veicolare la propria narrazione riguardo a decisioni di politica estera o interna, ma soprattutto a rafforzare un sentimento di orgoglio nazionale. Anche l’uscita di Ne Zha 2, a febbraio, è stata un’operazione governativa, sostenuta dall’apparato di propaganda statale. Previsto per il capodanno cinese, cioè il momento in cui l’affluenza nei cinema è maggiore, è stato fatto in modo che il film non avesse concorrenza, cioè fosse l’unica grande produzione in uscita (si pensi invece all’affollamento di film in un momento come il Natale, che c’è in Italia e negli altri paesi). Il film, che è il sequel di Ne Zha del 2019 e rielabora in maniera moderna una storia tradizionale, fu promosso come una questione di orgoglio nazionale, e andarlo a vedere come un’azione da buon cittadino. La tv di stato CCTV tenne per le prime ventiquattr’ore di uscita del film un contatore in tempo reale degli incassi, per spingere le persone a contribuire a questa storia di successo cinese.
Il risultato fu che non solo è diventato il maggiore incasso del 2025 nel mondo finora, ma anche il film d’animazione di maggior incasso di sempre (il secondo è Inside Out 2, con 1,6 miliardi di dollari). Se lo si mette a confronto con i film stranieri Ne Zha 2 è quinto nella classifica dei migliori incassi di tutti i tempi, ma è il film di maggiore incasso di sempre in un territorio solo. Il secondo è Star Wars: Il risveglio della Forza, che nei soli Stati Uniti incassò più di 900 milioni di dollari. Il dato indicativo è che Star Wars ci mise 165 giorni per arrivare a quella cifra, Ne Zha 2 invece la superò già dopo 11 giorni, anche grazie al numero impressionante di sale cinematografiche in cui venne distribuito.
La sproporzione tra gli incassi di Ne Zha 2 e quelli degli altri film tuttavia è enorme. Al momento la metà degli incassi della stagione cinematografica cinese viene da lì. Per fare un paragone, il miglior successo del cinema americano di quest’anno, Un film Minecraft, ha portato il 10 per cento degli incassi dell’anno. Lo stesso Wang Changtian, produttore e distributore di Ne Zha 2, a inizio giugno al festival di Shanghai aveva parlato di un rischio concreto di declino permanente degli incassi in Cina. Il primo rimedio a cui le produzioni stanno pensando, per evitare che questi grandi film siano in perdita, è ridurre i budget, in questo momento molto alti per il desiderio di superare in spettacolo e attrattiva quelli americani.
La crescita del cinema in Cina è stata infatti frutto di una strategia lunga decenni. Storicamente pochi film stranieri venivano distribuiti in Cina, perché la censura locale non ne faceva passare la maggior parte. A partire dagli anni Duemila però il governo decise di accettarne di più, praticamente solo i grandi blockbuster, con l’obiettivo di stimolare l’aumento del numero di sale cinematografiche in tutto il territorio. I film americani ebbero come effetto quello di creare un pubblico sempre più grande per il cinema, fomentando e giustificando la costruzione di moltissime sale in tutto il paese. Anche solo considerando gli ultimi dieci anni, i cinema cinesi sono raddoppiati, arrivando a 80.000: più che in qualsiasi altro paese del mondo.
Questo gradualmente portò gli incassi cinesi a essere sempre più importanti. In più, a partire dalla metà degli anni Dieci, anche grazie ad alcuni cineasti americani, la Cina cominciò a imparare come creare i propri blockbuster, apprendendo tecniche di lavorazione e strategie narrative da Hollywood. Una volta imparato come promuovere e portare le persone in sala, e poi come produrre film molto commerciali, il governo cinese tornò a limitare la distribuzione in patria di film stranieri. Questo causò grandi problemi a Hollywood, che aveva cominciato a contare sugli incassi cinesi e pensare i film anche per quel mercato, e lasciò senza concorrenza i blockbuster cinesi.
Fu un periodo di grandi successi e della creazione di una serie di importanti film di propaganda anche molto ben fatti, come Wolf Warrior 2 (simile a Rambo nell’impianto, ma ambientato in Africa, dove la Cina ha molti interessi) o altri che raccontano importanti fatti storici, come The Battle at Lake Changjin o 800 eroi (quest’ultimo anche distribuito in Italia). Ora però le cose sono molto cambiate. Molte sale che prima della pandemia lavoravano con un tasso di occupazione dei posti a sedere del 20 per cento, ora lavorano al 5 o 10 per cento, quando il 15 per cento è la quantità che consente di raggiungere un profitto.
La questione è ampiamente nota e dibattuta da tutti i comparti dell’industria e l’impressione è che siano i contenuti brevi e le altre forme di intrattenimento, come i videogiochi o la serialità televisiva, a sottrarre pubblico alle sale. Cosa che non riguarda solo la Cina, ma anche i paesi occidentali. Per rimediare alla situazione il governo ha lanciato una campagna di promozione dei cinema, con 140 milioni di dollari investiti in sussidi per i biglietti (cioè soldi che le sale possono incassare nel momento in cui vogliono fare forti sconti sul costo dei biglietti). È una politica che per esempio anche il cinema italiano ha adottato da qualche anno, ma con investimenti minori: si chiama Cinema in Festa, ed è un periodo limitato in cui andare al cinema costa molto meno ma le sale incassano uguale, perché il resto del prezzo del biglietto lo mette lo stato.
In più c’è anche un piano per rifare le sale cinematografiche, migliorando le tecnologie di proiezione e l’arredamento, per aiutare l’idea che l’esperienza che il cinema fornisce non possa essere replicata a casa o su altri mezzi. Anche questa è una tecnica che molti paesi stanno adottando. È probabile tuttavia che la prima soluzione sarà ricominciare ad accettare più film stranieri, in particolar modo quelli americani (che non hanno mai smesso di essere distribuiti in Cina, ma lo sono stati a lungo in minor quantità e con minori investimenti in promozione) e quelli della Corea del Sud, che in precedenza erano un prodotto di livello medio molto apprezzato, ma che per ragioni di equilibri politici erano stati banditi non ufficialmente.
Ad aumentare i problemi di incasso delle produzioni cinesi c’è inoltre il fatto che non sono mai riuscite a diventare un prodotto d’esportazione. Il secondo paese per incasso di Ne Zha 2 sono stati gli Stati Uniti, dove ha incassato 20 milioni di dollari, contribuendo quasi per nulla ai più di 2 miliardi di dollari totali. Il cinema cinese è sostanzialmente rimasto un prodotto per il mercato nazionale e i produttori non possono nemmeno contare su altre forme di sfruttamento commerciale per i loro film, come merchandise, home video e vendite alle televisioni, che in Cina non sono una grande fonte di ricavi.



