I membri del personale sanitario indagati a Trapani per il caso dei referti istologici mai consegnati sono diventati 19

I membri del personale sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Trapani, in Sicilia, a essere indagati per il caso degli oltre 3mila referti istologici mai consegnati a migliaia di pazienti sono diventati 19. La settimana scorsa i pubblici ministeri avevano detto che otto medici che lavoravano nei reparti di anatomia patologica negli ospedali di Trapani e Castelvetrano erano indagati per omicidio colposo e lesioni personali. Mercoledì è stato reso noto che gli avvisi di garanzia notificati sono saliti a 19 e che riguardano sia medici che altri membri del personale sanitario, ma non ci sono altre informazioni sull’identità o sulle accuse contro le altre 11 persone indagate.
Il caso riguarda 3.313 referti istologici, cioè relativi all’analisi di tessuti prelevati dal corpo dei pazienti e importanti per la diagnosi di molte malattie fra cui vari tipi di tumore, per esami svolti nel 2024 e nel 2025 ma mai consegnati. La procura di Trapani ha chiesto anche di poter svolgere un incidente probatorio su 7 pazienti, per stabilire se i ritardi abbiano contribuito ad aggravare le loro condizioni. Un incidente probatorio è l’acquisizione durante le indagini preliminari di una prova che potrebbe essere utilizzata nel corso di un processo. La settimana scorsa aveva fatto la stessa richiesta per altri 10 pazienti.
A Trapani il problema dei referti era noto da tempo, ma ha assunto una rilevanza mediatica e nazionale dopo due interrogazioni parlamentari presentate dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia, a partire dalla storia di Maria Cristina Gallo, una donna di 56 anni che aveva atteso per otto mesi il referto istologico con cui poi aveva scoperto che aveva un tumore al quarto stadio, cioè molto diffuso. Secondo l’ASP di Trapani i ritardi sarebbero stati dovuti a una carenza di medici specialisti in anatomia patologica. Il caso aveva provocato proteste e contestazioni, aveva fatto emergere molti altri problemi nella sanità locale e a maggio ha portato alle dimissioni del direttore dell’ASP Ferdinando Croce.
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