Ora ai grandi concerti ci si traveste come chi canta
Il “cosplay” è arrivato anche nel pop, che si tratti di conciarsi da cowboy per Beyoncé o di indossare una finta testa calva per Pitbull

A inizio giugno Jay McGillan, un diciannovenne di Londra, ha cominciato a passare in rassegna una serie di negozi di articoli per le feste della capitale inglese alla ricerca di un oggetto in particolare: un bald cap, ovvero una calotta da mettere in testa per fingere di essere calvo. In un’intervista al New York Times ha raccontato di aver visitato sette diversi negozi a tema prima di darsi per vinto, accettando che non sarebbe riuscito a trovarne una in tempo per l’evento al quale voleva indossarla: il concerto di Pitbull all’O2 Arena che si è tenuto il 9 giugno.
Da inizio anno Pitbull – nome d’arte del cantante statunitense Armando Christian Pérez – sta portando in giro per il mondo il suo Party After Dark Tour, in cui suona alcune delle canzoni più popolari della sua carriera: soprattutto hit da discoteca, tra cui “Fireball”, “I Know You Want Me”, “Give Me Everything” e “Timber”. Già durante le date in America, in primavera, molte persone avevano cominciato a presentarsi ai suoi concerti copiando quanto più possibile il suo look, e quindi mettendosi in testa vari oggetti che aiutino a simulare una testa calva, disegnandosi un pizzetto nero in viso e indossando una camicia bianca, una cravatta nera e degli occhiali da sole a goccia, come fa spesso lui. Almeno una ragazza, poi, si è effettivamente rasata a zero in vista del concerto.
Da quando il tour è arrivato in Europa a inizio giugno, però, il fenomeno è cresciuto: guardando i video dei concerti su TikTok si vede che una maggioranza del pubblico ha cominciato, sostanzialmente, a partecipare ai suoi concerti in cosplay.
Con “cosplay” si intende la pratica di vestirsi, truccarsi e agghindarsi in modo da assomigliare quanto possibile a uno specifico personaggio. Storicamente lo si è fatto soprattutto con personaggi di fantasia, provenienti da film, serie tv, cartoni animati o fumetti, e nel contesto di specifici ritrovi di fan, come convention o festival. Succedeva già anche tra i fan di specifiche band o cantanti con un’estetica particolare, tra cui i Kiss o David Bowie: era però più raro, ed era comunque più facile che i fan indossassero semplicemente vestiti ispirati al loro stile, e non veri e propri travestimenti.
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Negli ultimi cinque anni, però, l’idea di partecipare ai concerti in cosplay si è molto diffusa anche tra i fan della musica pop, soprattutto nel caso degli eventi più grandi. Una delle ragioni principali è che questi concerti sono spesso attesi con grande trepidazione e vissuti come eventi straordinari, anche perché costano molto e spesso richiedono di andare all’estero, o quanto meno in una città lontana, per vederli.
Chi compra i biglietti, spesso con mesi di anticipo e magari con difficoltà per l’alta richiesta, sa che lo spettacolo in sé durerà al massimo un paio d’ore: immaginarsi un costume originale e metterlo insieme nell’arco di settimane è un modo per arricchire l’esperienza e sentirsi più legati al cantante e agli altri fan, una volta arrivato il giorno del concerto. Alcune delle persone che si travestono pubblicano anche i video dei preparativi su TikTok e Instagram, dove c’è un grande pubblico interessato ai contenuti sui concerti.
Ai recenti concerti di Beyoncé è normale vedere tantissime persone con travestimenti da cowboy, ispirati dal look con il quale ha promosso il suo ultimo disco Cowboy Carter. A quelli della cantante americana Chappell Roan si vedono un sacco di parrucche rosse e visi truccati in modo pesante. A quelli di Olivia Rodrigo ci si presenta con canottiere bianche, collant strappati, shorts cortissimi e camicie a quadri.
E non è un fenomeno limitato esclusivamente al pop: ai concerti di Ethel Cain, cantautrice che fa un folk piuttosto cupo, ispirato alla tradizione gotica del sud degli Stati Uniti, le persone si presentano spesso con lunghi vestiti bianchi un po’ demodé, croci e altri simboli cristiani. A quelli di Phoebe Bridgers, cantautrice indie-folk nota per le sue canzoni molto tristi, è facile trovare persone vestite con il genere di costumi da scheletro che si vedrebbero normalmente ad Halloween, come fa la cantante nella copertina del suo disco più recente, Punisher.
In tutti questi casi, a molti fan interessa principalmente sentirsi parte di qualcosa di più grande, per quanto possa sembrare sciocco visto da fuori. Lo spirito con cui ci si traveste per molte persone specialmente della Generazione Z è simile a quello con cui si condivide un meme su Instagram: dimostrare di avere un certo tipo di riferimenti e un certo senso dell’umorismo.
Il punto non è farlo per primi. Tantissimi europei, per esempio, hanno avuto l’idea di travestirsi da Pitbull con tanto di finta testa calva guardando i video dei concerti primaverili del tour, dove c’era già qualche centinaio di persone vestite così. E c’è anche chi non contava, inizialmente, di partecipare al Party After Dark Tour, ma ha deciso di comprare i biglietti dopo aver visto quanto si divertiva la gente in cosplay ai concerti di Pitbull. «Da adulti non ci sono tante occasioni di fare un po’ gli scemi e vestirsi in modo ridicolo», ha detto al New York Times una ventiseienne che ha partecipato al concerto di Londra con dei collant color carne in testa.
Per gli appassionati, indossare l’outfit azzeccato ai concerti è sempre stato importante. «Forse un po’ meno ora che sono un’adulta, ma soprattutto da giovane indossare la cosa giusta ai concerti a cui partecipavo aveva un significato culturale», scriveva nel 2009 la giornalista musicale Carrie Brownstein. «Il nostro abbigliamento serviva a dimostrare il nostro livello di fanatismo nei confronti della band, la nostra consapevolezza del contesto artistico e sociale da cui proveniva, ma anche chi eravamo noi come persone, chi erano i nostri amici o chi avremmo voluto essere, o quanto meno chi avremmo voluto sembrare. (…) Prepararsi per il concerto era un rito tanto quanto il concerto stesso, e a volte era la parte più memorabile di tutte».

Fan della band metal Slipknot indossano maschere a un concerto a San José, in California, nel 2005 (Tim Mosenfelder/Getty Images)
Ai tempi dei Beatles, negli anni Sessanta, c’era già chi si presentava ai loro concerti con lo stesso taglio “a scodella” per cui la band era diventata riconoscibile. Ai concerti dei Rolling Stones era facile trovare fan che cercavano di replicare lo stile di Mick Jagger, e a quelli di Madonna, negli anni Ottanta, si presentavano con lunghi guanti di pizzo, capelli cotonati e addirittura finti nei come quelli che ha in faccia la cantante. Ai concerti punk si trovavano, e si trovano ancora, persone prevedibilmente vestite “da punk”, e lo stesso vale per i concerti metal, reggae, rock: è normale, insomma, che le persone che sentono di appartenere a una particolare sottocultura si vestano in modo simile ai musicisti che amano.
Dopo la pausa dagli eventi dal vivo dovuta ai lockdown, però, la tendenza a pensare moltissimo al proprio travestimento per i concerti si è estesa anche tra chi non è tradizionalmente considerato parte di specifiche sottoculture. Uno dei primi casi è stato il Love on Tour di Harry Styles, tra il 2021 e il 2023, durante il quale migliaia di fan si vestirono con alcuni dei look più stravaganti del cantante, e anche i meno preparati si presentavano spesso con un boa di piume attorno al collo, come aveva fatto il cantante durante i Grammy’s nel 2021. Ci sono poi stati i cosplay elaborati indossati dalle fan di Taylor Swift per il suo Eras Tour: oltre a replicare molti degli outfit indossati dalla cantante nei video musicali o durante eventi pubblici vari, c’è chi si è presentato con costumi particolarmente di nicchia, ispirati a brevi passaggi delle sue canzoni o a meme di cui Swift è stata protagonista.
Talvolta, a incoraggiare questi comportamenti sono i musicisti stessi. Pitbull, per esempio, ha cominciato a ringraziare le persone che si presentano travestite da lui ai suoi concerti, e alcuni dei suoi musicisti recentemente si sono a loro volta esibiti sul palco con delle finte teste calve. Inoltre, ha cominciato a vendere lui stesso un set che include una calotta che simula la calvizie e un papillon nero.
Durante il suo Renaissance World Tour, nel 2023, Beyoncé chiese esplicitamente ai fan di andare ai suoi concerti vestiti d’argento, e un paio di volte durante l’esibizione si è fermata per fare i complimenti a dei fan vestiti in modo particolarmente simile a lei. Tra il 2023 e il 2024 per ogni tappa del suo tour Chappell Roan annunciava uno specifico tema, invitando le fan a presentarsi vestite come se stessero andando a un pigiama party, oppure come se fossero sirene (come la protagonista di uno dei suoi video).
In alcuni casi, questa tendenza si è spostata anche al cinema, in occasione di film molto attesi. Dietro agli spettatori che si sono vestiti di rosa per andare a vedere Barbie al cinema e le centinaia di ragazze che indossano un fiocco nei capelli ai concerti della cantante americana Gracie Abrams c’è la stessa voglia di dimostrare il proprio coinvolgimento in un grande fenomeno pop e, al contempo, comunicare di avere gli stessi riferimenti culturali (e lo stesso senso dell’umorismo) della comunità a cui si vuole appartenere.



