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  • Mercoledì 4 giugno 2025

Il caso del professore che ha augurato la morte alla figlia di Meloni sui social

È stato molto raccontato dai media, e lui ricoverato e sospeso dal lavoro

@fratelliditalia/Instagram
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È stato sospeso dall’insegnamento Stefano Addeo, professore del liceo Medi di Cicciano, in provincia di Napoli, che da sabato è al centro di un caso mediatico per un post pubblicato su Facebook in cui augurava la morte alla figlia di 8 anni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nel suo post veniva augurata alla bambina «la sorte della ragazza di Afragola», la quattordicenne vittima di femminicidio Martina Carbonaro.

Il post era stato divulgato sabato, senza il nome ma con la foto visibile, dai profili social di Fratelli d’Italia, e nel giro di poco Addeo era stato identificato anche dai giornali. In varie interviste si era giustificato dicendo di aver pubblicato una frase scritta dall’intelligenza artificiale, si era scusato con Meloni e aveva cancellato il post. Lunedì Addeo ha scritto una lettera pubblica a Meloni in cui si diceva pentito e chiedeva di poterla incontrare per scusarsi di persona. Poco dopo ha ingerito decine di pillole e alcolici, è stato soccorso dai carabinieri, portato in ospedale, ricoverato e sottoposto a una lavanda gastrica.

Il post contro la figlia di Meloni non era il primo in cui Addeo insultava membri del governo augurando la morte o altre violenze ai loro figli. L’uomo, che ha 65 anni, insegna tedesco, vive con la madre 92enne e ha detto di avere in programma di andare in pensione tra due anni. In questi giorni ha detto in molte interviste di essere pentito: nella lettera a Meloni ha scritto di credere «ancora che nella vita si possa sbagliare, ma che la dignità consista nel riconoscere il proprio errore e impegnarsi a non ripeterlo mai più».

Nel weekend, dopo che il suo post è finito sui giornali, Addeo ha raccontato di pomodori lanciati contro le finestre di casa sua, di aver ricevuto minacce e insulti, e di aver sporto denuncia alla polizia postale, che intanto sta indagando anche sulla sua attività sui social network.

Lunedì è stata la preside del liceo di Addeo a chiamare i carabinieri, dopo aver parlato al telefono con lui e aver capito che andava soccorso e portato in ospedale. Dopo la lavanda gastrica, Addeo era poi uscito quella sera da una porta secondaria della struttura per evitare la stampa. In un’intervista al Corriere ha detto che «le reazioni a questa vicenda sono state più violente di quanto potessi immaginare».

La direzione scolastica regionale della Campania ha detto di aver deciso di sospendere temporaneamente Addeo per «tutelare la serenità della scuola». Al momento quindi Addeo non può lavorare e riceve uno stipendio dimezzato. Nei prossimi giorni la direzione scolastica regionale presenterà le sue contestazioni e Addeo avrà tempo per rispondere con una memoria difensiva: la questione potrebbe essere archiviata (con restituzione dello stipendio), oppure concludersi con una sospensione di mesi o col licenziamento.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.