Il più grande attacco dell’Ucraina contro le basi aeree russe dall’inizio della guerra
Dei droni sono stati fatti entrare di nascosto in Russia con vari camion, in un’operazione logistica che ha richiesto mesi di pianificazione

L’intelligence militare ucraina (SBU) ha fatto sapere di aver compiuto un vasto attacco con droni contro diverse basi aeree della Russia, e di aver distrutto più di 40 bombardieri. È il più grande attacco ucraino di questo tipo da quando è iniziata l’invasione russa, ma è stato inedito anche per le modalità con cui è stato pianificato ed eseguito in pieno territorio russo, fino a oltre 4mila chilometri di distanza dal confine ucraino.
L’SBU ha detto di aver colpito basi in varie regioni russe, tra cui quella di Irkutsk, in Siberia, e una nella regione di Murmansk, che si affaccia sul mare di Barents. Tra gli aerei che l’Ucraina ha detto di aver distrutto ci sono gli A-50, i Tu-95 e i Tu-22 M3 (di questi modelli la Russia ha in totale poco più di un centinaio di esemplari). Il ministero della Difesa russo ha confermato che domenica l’Ucraina ha attaccato cinque basi aeree in altrettante regioni della Russia: ha detto che in due casi ci sono stati danni agli aerei (a Murmansk e a Irkutsk), mentre negli altri gli attacchi sono stati respinti. Al momento è impossibile verificare le informazioni in modo indipendente.
L’operazione, chiamata “Pavutyna” (“ragnatela” in italiano), è stata possibile grazie a un complesso sistema logistico. L’Ucraina, secondo quanto raccontato dalle fonti dell’SBU a diversi giornali, avrebbe prima fatto arrivare clandestinamente i droni esplosivi via terra in Russia, e poi li avrebbe nascosti all’interno di alcuni container in grado di essere aperti a distanza. I container con i droni sono quindi stati fatti arrivare nelle vicinanze delle basi russe: al momento stabilito sono stati aperti e i droni sono stati fatti partire.
L’operazione è stata supervisionata direttamente dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ha detto che è stata pianificata per oltre un anno e mezzo («un anno, sei mesi e nove giorni»), e ha definito il risultato «assolutamente brillante». Si stima che l’attacco abbia inflitto quasi 2 miliardi di euro di perdite all’aviazione russa. In un comunicato Zelensky ha aggiunto che sono stati usati complessivamente 117 droni.
Per ora gli Stati Uniti non hanno commentato ufficialmente gli attacchi, ma diverse fonti anonime sia ucraine sia statunitensi hanno detto che l’amministrazione di Donald Trump non era stata informata in anticipo dall’Ucraina. Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno negoziato separatamente con Russia e Ucraina per mettere fine alla guerra: non hanno ottenuto risultati, principalmente perché la Russia continua a prendere tempo imponendo nuove condizioni irricevibili per l’Ucraina.
Domani, lunedì 2 giugno, delegazioni con alcuni diplomatici e funzionari di Russia e Ucraina dovrebbero incontrarsi a Istanbul, in Turchia, per discutere di un possibile accordo di pace. È però improbabile che si arrivi a risultati significativi: il primo incontro di questo tipo, avvenuto sempre a Istanbul lo scorso 16 maggio, aveva portato a uno scambio di prigionieri ma si era concluso senza passi avanti nelle trattative per un cessate il fuoco.



