La World Boxing introdurrà un test genetico su atleti e atlete per stabilire se possono gareggiare, e ha citato il caso di Imane Khelif

Imane Khelif
La pugile algerina Imane Khelif festeggia la vittoria contro la pugile cinese Yang Liu a Parigi, 9 agosto 2024 (AP Photo/John Locher)

La federazione di pugilato mondiale World Boxing ha annunciato che introdurrà un test obbligatorio per rilevare materiale genetico specifico legato al sesso biologico degli atleti e delle atlete per stabilire la loro idoneità alle competizioni. Nel comunicato si fa esplicito riferimento alla pugile algerina Imane Khelif, vincitrice della medaglia d’oro nella categoria 66 chili di pugilato femminile alle Olimpiadi di Parigi del 2024, che per settimane era stata al centro di polemiche attorno alla sua identità di genere. La federazione ha detto che Khelif dovrà obbligatoriamente sottoporsi allo screening per partecipare ai prossimi eventi di boxe, a cominciare dell’Eindhoven Box Cup che si terrà nei Paesi Bassi dal 5 al 10 giugno.

La WBC ha scritto che l’introduzione dei test genetici obbligatori fa parte di una nuova politica per garantire «parità di condizioni competitive tra uomini e donne». Le federazioni nazionali dei pugili dovranno effettuare i test e comunicare i risultati alla WBC. Il test che verrà usato, si spiega nel comunicato, serve a rilevare la presenza del gene SRY che indica la presenza del cromosoma Y, i cui geni determinano lo sviluppo del sesso maschile (XY) rispetto a quello femminile (XX).

Khelif ha un aspetto considerato mascolino e nel 2023 era stata esclusa dai Mondiali di boxe perché i risultati di alcuni esami medici non rispettavano i criteri per l’accesso alle categorie femminili dell’International Boxing Association (IBA), la controversa associazione di riferimento del pugilato professionistico che ha estesi legami con la Russia. Non ci sono però informazioni pubbliche per dire se Khelif abbia semplicemente livelli di testosterone alti o se rientri nello spettro dell’intersessualità, la condizione di chi presenta dalla nascita caratteristiche biologiche sia maschili che femminili. Khelif era stata peraltro ammessa ai Giochi olimpici del 2024 dal Comitato olimpico internazionale, nonostante l’esclusione precedente dell’IBA. La decisione era stata molto contestata in Italia, e la polemica era ripresa dopo che Khelif aveva battuto agli ottavi di finale l’italiana Angela Carini.