L’amministrazione Trump ha ordinato più controlli su chi richiede un visto per andare ad Harvard per qualsiasi motivo, anche per turismo

Una protesta all'università di Harvard, ad aprile (AP Photo/Charles Krupa)
Una protesta all'università di Harvard, ad aprile (AP Photo/Charles Krupa)

Il dipartimento di Stato americano ha ordinato a tutte le sue rappresentanze all’estero – sedi diplomatiche, ambasciate, e consolati – di fare ulteriori controlli su chi richiede il visto per andare all’università di Harvard, per qualsiasi motivazione. L’amministrazione aveva recentemente sospeso tutte le procedure di concessione di visti per studenti stranieri: i controlli aggiuntivi ordinati venerdì invece riguarderanno non solo chi chiede il visto per motivi di studio, ma anche professori, ospiti di conferenze, lavoratori di vario tipo e anche turisti.

Lo hanno scritto alcuni giornali, tra cui Politico e l’agenzia di stampa Reuters, che hanno avuto modo di leggere la comunicazione interna firmata dal segretario di Stato Marco Rubio, e Fox News, a cui lo hanno riferito fonti del dipartimento di Stato. Non c’è ancora stata una conferma da parte dell’amministrazione. I controlli includeranno l’analisi dei profili social di chi richiede il visto e in futuro potrebbero essere estesi a chi richiede il visto per andare in altre università.

Harvard è l’università più colpita dalla campagna dell’amministrazione Trump contro gli atenei del paese. La settimana scorsa le era stata anche revocata la certificazione del programma per studenti e ricercatori stranieri, che rischiano quindi di perdere il permesso di soggiorno. Al momento l’ordinanza del governo però è stata bloccata da un tribunale. L’amministrazione ritiene che le università statunitensi, e soprattutto Harvard, non abbiano fatto abbastanza per contrastare gli episodi di antisemitismo durante le proteste nei campus contro la guerra nella Striscia di Gaza: dietro questo pretesto ci sono anche evidenti ostilità culturali e politiche contro gli ambienti universitari, generalmente più progressisti.

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