Da quest’anno durante il congedo parentale si viene pagati un po’ di più
Almeno per i primi tre mesi: lo ha spiegato l'INPS in una recente circolare

L’Istituto nazionale previdenza sociale (INPS), il principale ente previdenziale italiano, ha diffuso una circolare in cui ha spiegato come funzionerà il congedo parentale da quest’anno, dopo le modifiche introdotte dalla legge di bilancio del 2025, che stabilisce ogni anno come viene modificata la spesa dei soldi pubblici.
Il congedo parentale è il periodo parzialmente retribuito in cui chi lavora da dipendente può scegliere di non lavorare per prendersi cura di un figlio o una figlia nei suoi primi anni di vita. Ne si può fruire dopo il congedo obbligatorio (di almeno cinque mesi per la madre e almeno dieci giorni per il padre) e può durare fino a nove mesi retribuiti (10 o 11 totali), con un livello di retribuzione variabile: la novità principale introdotta dalla legge di bilancio del 2025 è l’estensione del periodo retribuito per il secondo e il terzo mese.
In particolare, l’INPS ha spiegato che la legge di bilancio del 2025 ha aumentato la retribuzione del secondo mese di congedo parentale dal 60 all’80 per cento, e la retribuzione del terzo mese di congedo parentale dal 30 all’80 per cento. Per farla breve: da quest’anno si può fruire del congedo parentale retribuito all’80 per cento per tre mesi.
La misura vale solo per lavoratori e lavoratrici dipendenti e solo se il congedo viene fruito entro il sesto anno di età del bambino o della bambina, o entro il sesto anno dal loro ingresso nella famiglia nel caso in caso di adozione o affidamento. Se entrambi i genitori sono dipendenti, il congedo può essere fruito in maniera alternata o negli stessi giorni.

Come previsto dalle norme già in vigore, il congedo parentale può comunque essere fruito per un massimo di 10 mesi e fino al dodicesimo anno di età del figlio o della figlia, o fino al dodicesimo anno dal suo ingresso in famiglia in casi di adozione o affidamento. I mesi possono diventare 11 nel caso in cui il padre scelga di stare in congedo per almeno tre mesi.
Una volta trascorsi i tre mesi, continua a essere prevista una retribuzione del 30 per cento per i successivi sei: per i restanti non è prevista una retribuzione (salvo redditi particolarmente bassi).
Nella circolare in cui ha chiarito come funziona il congedo parentale da quest’anno, l’INPS ha spiegato che può essere chiesto da chiunque abbia figli nati (o adottati o affidati) a partire dal 1° gennaio del 2025, ma anche da chi abbia avuto figli nel 2024 e non abbia ancora potuto fruire del congedo parentale, ma solo di quello obbligatorio. Per i figli nati, adottati o affidati a partire dal 1° gennaio 2023 o del 2024 valgono le regole di prima: il congedo parentale retribuito all’80 per cento dura cioè rispettivamente un mese e due mesi.
La circolare dell’INPS contiene anche vari esempi con cui confrontare la propria situazione per verificare esattamente cosa si possa chiedere e cosa no. La domanda per il congedo parentale può essere fatta solo per via telematica sul sito dell’INPS, cliccando la sezione “Lavoro” nell’homepage del sito e poi la sezione “Congedi, permessi e certificati” e accedendo attraverso i sistemi di riconoscimento SPID, CIE o CNS.
La domanda può essere fatta anche per telefono, contattando il numero verde 803164 (gratuito chiamando da rete fissa) o il numero 06164164, a pagamento chiamando dal cellulare. Si può fare richiesta anche negli istituti di patronato.
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