Il governo statunitense risarcirà con 5 milioni di dollari la famiglia della donna uccisa durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio

La madre di Ashli Babbitt, Micki Witthoeft, a destra, insieme alla moglie di un uomo imputato per l'assalto al Congresso, a maggio del 2023. Entrambe indossano una maglietta con la foto di Babbitt (AP Photo/Andrew Harnik)
La madre di Ashli Babbitt, Micki Witthoeft, a destra, insieme alla moglie di un uomo imputato per l'assalto al Congresso, a maggio del 2023. Entrambe indossano una maglietta con la foto di Babbitt (AP Photo/Andrew Harnik)

Il governo statunitense ha accettato di pagare un risarcimento di circa 5 milioni di dollari alla famiglia di Ashli Babbitt, una donna uccisa da un colpo di pistola sparato da un poliziotto mentre assaltava il Congresso degli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021: quel giorno un gruppo di sostenitori di Donald Trump tentò di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 vinte da Joe Biden proprio contro Trump. Un processo successivo all’attacco aveva scagionato l’agente Michael Byrd, decretando che avesse agito seguendo le procedure.

L’accordo di questa settimana pone fine a una causa per un risarcimento di 30 milioni di dollari intentata dalla famiglia nel 2024. Il dipartimento di Giustizia dell’allora presidente Biden si era opposto alla causa, e un processo era stato fissato per luglio del 2026. Già da qualche anno però Trump (e ora la sua nuova amministrazione) e i suoi sostenitori hanno cambiato la narrazione intorno agli eventi di quel giorno: gli assalitori vengono definiti “patrioti”, “prigionieri politici” (per quelli che sono stati messi in carcere) e “martiri”, un termine usato per le persone che morirono o furono uccise durante e come conseguenza dell’assalto, fra cui Babbitt. Una delle prime decisioni di Trump dopo essersi insediato il 21 gennaio 2025 fu proprio quella di graziare circa 1.500 persone arrestate per l’assalto.

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