Messico, Cile e Uruguay hanno interrotto le importazioni di carne di pollo dal Brasile per un focolaio di aviaria nel paese

Vista dall'alto di una trincea scavata per seppellire le carcasse dei polli uccisi in un allevamento dove è stato registrato un focolaio di influenza aviaria
Una trincea scavata per seppellire le carcasse dei polli uccisi in un allevamento dove è stato registrato un focolaio di influenza aviaria a Montenegro, in Brasile, il 17 maggio 2025 (AP Photo/Wesley Santos)

Sabato il Messico, il Cile e l’Uruguay hanno sospeso temporaneamente le importazioni di carne di pollo dal Brasile per un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di Montenegro, nello stato di Rio Grande do Sul. Venerdì la Cina e l’Unione Europea avevano fatto la stessa cosa. Il Brasile è uno dei paesi che producono ed esportano di più in questo settore: secondo i dati del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti è responsabile del 14 per cento della produzione mondiale di carne di pollo; solo gli stessi Stati Uniti e la Cina ne producono di più.

L’epidemia di influenza aviaria, attualmente diffusa in molti paesi del mondo e dovuta principalmente al virus H5N1, è iniziata nel 2023. Sta creando delle difficoltà in vari mercati internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, dove ha generato una grave crisi delle uova e spinto gli allevatori ad abbattere oltre 90 milioni di uccelli. Proprio questa crisi aveva spinto gli Stati Uniti a importare maggiori quantità di uova dal Brasile: nei quattro mesi tra gennaio e aprile le importazioni erano aumentate di più dell’800 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2024.

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