Il rapper Baby Gang è indagato per una presunta videochiamata con Niko Pandetta, detenuto per spaccio

Baby Gang in una foto del 9 luglio 2024 (Marco Ottico/LaPresse)
Baby Gang in una foto del 9 luglio 2024 (Marco Ottico/LaPresse)

Il rapper Baby Gang è indagato dalla procura di Catania per una presunta videochiamata a Vincenzo Pandetta, noto come Niko, che è a sua volta un rapper ed è detenuto in provincia di Cosenza per spaccio di droghe.

Baby Gang, che ha 23 anni e si chiama Zaccaria Mouhib, avrebbe chiamato l’amico dal palco dello One Day Music Festival, un concerto organizzato in uno stabilimento balneare a Catania per il primo maggio, davanti a circa 20mila persone. L’accusa nei suoi confronti è di concorso in «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti» e di violazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli erano state imposte in uno dei processi in cui è stato coinvolto e che gli impedivano di essere a Catania. La prima accusa è aggravata dall’agevolazione mafiosa: Pandetta è nipote del boss catanese Turi Cappello.

La presunta videochiamata tra Baby Gang e Niko Pandetta è stata ripresa da molte delle persone presenti al concerto, i cui video sono diventati virali. Al momento comunque non è chiaro se fosse effettivamente una videochiamata in diretta o la registrazione di una vecchia videochiamata tra i due. La procura di Catania ha aperto un’inchiesta per accertamenti. Lo smartphone di Baby Gang è stato sequestrato a casa sua, in provincia di Lecco, e al rapper è stato imposto il divieto di dimora a Catania per quattro anni. Intanto nel carcere in cui è detenuto Niko Pandetta, che risulta a sua volta indagato, è stato trovato e sequestrato un telefonino.

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