Lunedì 5 maggio è l’ultimo giorno per fare domanda per votare da fuori sede ai referendum

Una foto delle mani di due scrutatrici che timbrano delle schede elettorali
Una scrutatrice timbra le schede per il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, a Roma, il 19 settembre 2020 (AP Photo/Andrew Medichini)

Per effetto di una proroga richiesta e ottenuta dalla Cgil e dal comitato referendario, lunedì 5 maggio sarà l’ultimo giorno a disposizione dei cittadini e delle cittadine fuori sede per fare richiesta per votare nel comune di domicilio ai cinque referendum che si terranno l’8 e il 9 giugno. Possono votare in un comune diverso da quello di residenza persone che per motivi di studio, lavoro o cure mediche sono domiciliate da almeno tre mesi in un’altra provincia.

La richiesta va presentata al comune in cui si trovano temporaneamente gli elettori o le elettrici fuori sede: di persona presso gli uffici comunali, tramite una persona delegata, oppure online (se il comune offre questa possibilità). La domanda consiste in un modulo disponibile sul sito del ministero dell’Interno, da compilare e associare a una copia di un documento di riconoscimento valido, a una copia della tessera elettorale e a una copia di un documento che attesti il motivo del domicilio fuori sede. Elettori ed elettrici che avranno correttamente fatto richiesta dovrebbero ricevere, almeno cinque giorni prima del voto, un’attestazione con l’indicazione della sezione elettorale.

Quattro referendum su cinque riguardano il lavoro, e più in particolare alcune regole sui licenziamenti, sui contratti a termine e sugli infortuni. Il quinto referendum invece è per la cittadinanza italiana: la proposta è ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza regolare necessari alle persone straniere per poterla chiedere e trasmettere ai figli minorenni.

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