L’ex presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, destituito per via della legge marziale, è stato incriminato anche per abuso di potere

L’ex presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, destituito per aver imposto la legge marziale nel paese lo scorso dicembre, è stato incriminato anche per abuso di potere, dopo essere già stato accusato di insurrezione e alto tradimento. Le nuove accuse si riferiscono sempre all’imposizione della legge marziale, che era stata introdotta all’improvviso e alla fine era durata meno di sei ore, ma aveva comprensibilmente aperto una grave crisi nella politica interna sudcoreana.
Yoon ha 64 anni, fa parte del Partito del Potere Popolare, di orientamento conservatore, ed era in carica dal 2022. A inizio aprile la Corte costituzionale della Corea del Sud aveva confermato il suo impeachment riconoscendo che, con l’introduzione della legge marziale, aveva violato la Costituzione del paese. Dopo essere stato sospeso dall’incarico, il 15 gennaio Yoon era stato arrestato: l’8 marzo tuttavia era stato liberato perché un tribunale di Seul aveva accolto un ricorso per errori procedurali nel mandato d’arresto. Il prossimo 3 giugno in Corea del Sud sono previste le elezioni presidenziali, indette dopo la conferma dell’impeachment.