Il PIL degli Stati Uniti è calato per la prima volta dall’inizio del 2022

Nei primi tre mesi dell’anno il Prodotto Interno Lordo (PIL) degli Stati Uniti si è ridotto dello 0,3 per cento rispetto all’ultimo trimestre del 2024, dopo che allora aveva registrato una crescita del 2,4 per cento. L’andamento del PIL è ciò che più si usa per capire come sta andando l’economia e l’ultima volta che era calato era l’inizio del 2022, quando c’erano ancora strascichi della pandemia: da lì in poi l’economia statunitense era andata benissimo, superando ogni aspettativa.
Da tempo c’erano però timori che questa spinta si sarebbe infine esaurita, cosa che è successa anche per via dei primi dazi decisi dal presidente Donald Trump, che nei primi mesi del suo mandato li ha annunciati e sospesi più volte, creando un clima di incertezza per le imprese che ha fatto molto male all’economia: l’ufficio di statistica ha imputato il calo del PIL alla diminuzione della spesa pubblica e all’enorme aumento delle importazioni registrato in questi mesi (+41,3 per cento), dato che le imprese hanno nel dubbio deciso di fare grandi scorte in previsione dei dazi, un fenomeno noto come front loading.
Mercoledì le borse statunitensi hanno inizialmente reagito male al dato sul PIL, per cui era prevista una crescita più contenuta, ma non un calo. Hanno iniziato a scendere molto, soprattutto il Nasdaq, l’indice che sintetizza come vanno le azioni delle principali aziende tecnologiche, le più esposte in assoluto al commercio con l’estero e quelle che hanno più da perdere dai dazi. Alla fine però S&P 500 e Dow Jones hanno chiuso in rialzo, mentre il Nasdaq con una perdita dello 0,09 per cento.
Trump ha sostenuto sui social che la contrazione dell’economia sia un’eredità dell’amministrazione del suo predecessore, Joe Biden, e che non ha «NIENTE A CHE VEDERE CON I DAZI», e che presto ci sarà un «BOOM» dell’economia statunitense.
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