Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza l’estrazione mineraria dai fondali marini

(Oleg Nikishin/Getty Images)
(Oleg Nikishin/Getty Images)

Giovedì il presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede l’inizio di un ampio programma per l’estrazione di minerali dai fondali marini, una pratica controversa che da un lato è ritenuta utile per accaparrarsi minerali essenziali per la transizione energetica, come litio, scandio e cobalto; dall’altro è anche molto criticata per i dubbi sul suo impatto ambientale e perché secondo i critici potrebbe comportare la distruzione di gran parte dei fondali su cui viene fatta.

L’ordine esecutivo di Trump prevede anche attività estrattive nelle acque internazionali, violando in tal modo la giurisdizione dell’Autorità internazionale per i fondali marini (ISA), un ente indipendente affiliato alle Nazioni Unite il cui scopo è quello di coordinare e controllare le attività minerarie fuori dalle zone economiche esclusive dei paesi. L’ISA fu istituita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare entrata in vigore nel 1994, un accordo firmato anche dagli Stati Uniti, che però non l’hanno mai ratificato. L’anno scorso la Norvegia era diventata il primo paese ad autorizzare l’estrazione mineraria dai fondali per fini commerciali.

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