La rappresentante speciale dell’ONU dice che Haiti è vicina a un «punto di non ritorno»

(AP Photo/Odelyn Joseph)
(AP Photo/Odelyn Joseph)

Lunedì la rappresentante speciale dell’ONU per Haiti, Maria Isabel Salvador, ha detto al Consiglio di Sicurezza che la situazione nel paese caraibico è vicina «a un punto di non ritorno» e a un «caos totale» a causa della diffusa violenza della bande criminali. Haiti occupa metà dell’isola caraibica di Hispaniola (l’altra metà è la Repubblica Dominicana) ed è uno dei paesi più poveri del mondo: da tempo gruppi di criminali armati controllano parti di territorio e terrorizzano la popolazione con incursioni, saccheggi, esecuzioni e stupri.

Nell’ultimo anno la situazione si è aggravata parecchio, a partire da quando nel marzo del 2024 alcune tra le più potenti gang si allearono contro il governo con l’intenzione di destituirlo. Da allora Haiti è in una situazione di stallo politico e vive una grave crisi umanitaria: finora il consiglio presidenziale di transizione ha avuto scarsissimo successo nel contrastare l’azione delle gang. Si stima che l’85 per cento della capitale Port-au-Prince sia in mano alle bande criminali, che si sono estese anche in altre aree dell’isola e compiono attacchi regolari contro la popolazione e le strutture governative.

«Mentre la violenza delle bande continua a diffondersi in nuove aree del paese, gli haitiani sperimentano crescenti livelli di vulnerabilità, e tra le persone c’è crescente scetticismo sulla capacità dello Stato di rispondere alle loro esigenze» ha detto Maria Isabel Salvador. Secondo la rappresentante dell’ONU la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare a causa di focolai di colera che si stanno diffondendo nel paese, oltre che per un aumento degli episodi di violenza contro le donne, specialmente a Port-au-Prince.

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