La borsa statunitense è andata molto male dopo le dure critiche di Trump al capo della Federal Reserve

(Ashlee Rezin/Chicago Sun-Times via AP)
(Ashlee Rezin/Chicago Sun-Times via AP)

Lunedì la borsa statunitense ha avuto una giornata molto negativa, con tutti i principali indici che hanno chiuso in perdita: il Dow Jones ha concluso la giornata con un calo del 2,48 per cento, il Nasdaq con un calo pari al 2,55 per cento e l’S&P 500 del 2,36 per cento.

Su questo rendimento hanno pesato le critiche fatte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Jerome Powell, capo della Federal Reserve (FED), la banca centrale statunitense. In un post sul suo social network Truth, Trump ha attaccato duramente Powell per non aver tagliato i tassi d’interesse: «Ci può essere un RALLENTAMENTO dell’economia a meno che Mr. Too Late (il signor Troppo Tardi, ndr), un grande perdente, abbassi i tassi di interesse, ORA». Gli andamenti negativi della giornata hanno avuto effetti anche sul dollaro e sui buoni del Tesoro statunitensi, che solitamente non subiscono ripercussioni in casi come questo: l’indice che misura il valore del dollaro rispetto alle altre valute mondiali è sceso ai livelli minimi dal 2022.

I tassi di interesse sono lo strumento con cui le banche centrali tengono sotto controllo le dinamiche che influiscono sui prezzi. Tra settembre e dicembre la Federal Reserve li aveva ridotti in tre occasioni, per via del buon andamento dell’economia statunitense, ma con l’insediamento di Trump ha deciso per due volte di mantenerli invariati, per la preoccupazione che le politiche economiche del nuovo presidente, come i dazi, possano far aumentare l’inflazione.