A Porticello ci si prepara per il recupero della Bayesian
Dovrebbe iniziare il 29 aprile a largo della costa di Palermo e verrà impiegata un'enorme gru galleggiante

Dopo alcuni rinvii, il 29 aprile dovrebbero iniziare le operazioni di recupero della Bayesian, la grande barca a vela naufragata il 19 agosto durante una tempesta nella rada del porto di Porticello, vicino a Palermo. La vicenda fu seguitissima dai giornali di tutto il mondo perché causò la morte, tra gli altri, di Mike Lynch, uno degli imprenditori più ricchi e influenti nel Regno Unito.
Recuperare il relitto della nave, lunga 56 metri, sarà un’operazione lunga: l’obiettivo è infatti non causare ulteriori danni per non ostacolare le indagini sulle cause del naufragio, che continuano a essere un mistero. Se ne occuperà la società nederlandese Smit Salvage che userà un’enorme gru galleggiante: la Hebo Lift 10.
La Hebo Lift 10 si trova nel porto di Rotterdam e potrebbe impiegare fino a una ventina di giorni per arrivare a Palermo. Prima del suo intervento però andrà tagliato l’albero della barca, che è alto 72 metri e pesa più di 20 tonnellate, con una sega subacquea. L’albero verrà poi lasciato sul fondale e a quel punto, con la gru galleggiante, lo scafo verrà tirato in superficie e fino al molo di Termini Imerese, una ventina di chilometri a est. Qui verrà portato in un capannone dove potrà essere esaminato. Tra le operazioni più delicate ci sarà la messa in sicurezza del serbatoio per evitare sversamenti del carburante che contiene.
Le operazioni di recupero stanno già attirando l’attenzione di molti curiosi, oltre a quella dei giornalisti che arriveranno un po’ da tutto il mondo. Repubblica ha scritto che «oltre 500 persone hanno già preso d’assalto i siti e i telefoni di alberghi, b&b e case vacanze di Porticello e Santa Flavia», che sono prenotati al 95 per cento fino alla metà di maggio. Ha intervistato anche gestori di servizi di immersioni subacquee e proprietari di barche turistiche, che dicono di aver ricevuto richieste da persone straniere che volevano avvicinarsi il più possibile per vedere la barca, a 49 metri di profondità. È vietato però per i turisti avvicinarsi a meno di 200 metri dal relitto.
Al momento sono in corso due inchieste nel Regno Unito, mentre in Italia sono indagati dalla procura di Termini Imerese il capitano neozelandese e altri due membri dell’equipaggio.
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