L’uomo che ha causato il ritiro dei visti per gli Stati Uniti a tutte le persone del Sud Sudan non era del Sud Sudan

Martedì il governo del Sud Sudan ha comunicato che la revoca di tutti i visti ai titolari di un passaporto del paese decisa domenica dagli Stati Uniti in realtà non aveva che fare con cittadini del Sud Sudan: il provvedimento riguardava invece una sola persona, un cittadino della Repubblica Democratica del Congo. Inizialmente gli Stati Uniti avevano motivato il provvedimento parlando di una ritorsione per il rifiuto del governo del Sud Sudan di accettare il rimpatrio dei suoi cittadini espulsi dagli Stati Uniti.
L’uomo al centro del caso si chiama Makula Kintu ed è originario del Nord Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo ricchissima di materie prime e per questo al centro di frequenti scontri tra gruppi armati. Negli Stati Uniti si era presentato come Nimeiri Garang e aveva utilizzato documenti sudsudanesi non suoi. Espulso a Juba, la capitale del Sud Sudan, aveva però comunicato la sua vera identità e detto di essere stato mandato nel paese contro la sua volontà.
Visto che non si trattava di un cittadino sudsudanese, le autorità lo avevano rimandato negli Stati Uniti «per ulteriori accertamenti». Al contempo gli Stati Uniti avevano immediatamente cancellato tutti i visti per le persone del Sud Sudan (dal 2011 esiste uno status di “protezione temporanea” legato all’instabilità e alla guerra civile nel paese), e il segretario di Stato statunitense Marco Rubio aveva anche accusato il paese di «approfittarsi degli Stati Uniti».
Il Sud Sudan ha detto di essere pronto a ricevere le persone espulse dagli Stati Uniti. Ha detto anche che quello di Kintu è stato un «caso isolato causato dalle dichiarazioni false di una persona non del Sud Sudan».