Cosa si sa del caso del tredicenne morto per un colpo di pistola alla testa, a Roma

È successo sabato, l'arma sarebbe detenuta regolarmente dal fratello

Un cartello che segnala l'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale San Camillo e sotto una macchina della polizia
Un ingresso dell'ospedale San Camillo di Roma (Mauro Scrobogna/LaPresse)
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La sera di sabato 5 aprile un ragazzino di 13 anni è stato portato all’ospedale San Camillo di Roma con una ferita d’arma da fuoco alla testa, ed è morto lunedì mattina. Secondo le prime ricostruzioni l’arma risulta detenuta regolarmente e appartiene al fratello maggiore del ragazzino, che lavora come guardia giurata.

Non è ancora del tutto chiaro cosa sia successo. Secondo il racconto di conoscenti e parenti, il ragazzino si sarebbe ferito da solo, mentre era in casa. Al momento dello sparo le altre persone presenti, tra cui di sicuro il padre, si trovavano in altre stanze e non avrebbero assistito al momento dello sparo.

La pistola, secondo quanto riferito dai familiari, sarebbe stata lasciata smontata su un tavolo dal fratello, prima di andare a farsi una doccia dopo essere tornato dal lavoro, e il ragazzino l’avrebbe rimontata guardando un video tutorial online usando il proprio smartphone o la smart tv di casa. Ma gli investigatori, che oltre alla pistola hanno sequestrato anche il telefono, hanno smentito che stesse guardando un video sullo smartphone prima dello sparo. La polizia deve capire se l’arma fosse davvero smontata, e accertare le responsabilità del suo detentore, il fratello maggiore, che potrebbe essere indagato per omessa custodia di arma da fuoco. È già stato fatto un primo sopralluogo della polizia scientifica nell’appartamento in cui vive la famiglia e sarà condotta un’analisi balistica per ricostruire la direzione dello sparo.

Non è insolito che l’uso di un’arma da fuoco detenuta legalmente causi la morte di una persona.

Dall’inizio dell’anno, secondo un conteggio riportato da Repubblica, ci sono stati 20 omicidi compiuti con armi possedute regolarmente, di cui cinque nel Lazio e tre a Roma. Solo nel 2023 nella capitale sono stati rilasciati 228 nuovi permessi di porto d’armi per difesa personale, mentre quelli rinnovati sono stati 2.463. Complessivamente, tenendo conto di chi possiede un’arma per ragioni sportive o per la caccia, sono 12.986 le persone che hanno almeno un’arma legalmente nella città (gli abitanti sono quasi tre milioni).