Il dominio dell’Inghilterra nel Sei Nazioni femminile di rugby
Ha vinto quasi tutte le edizioni del torneo e per qualcuno quest'anno potrebbe vincerlo anche solo con le riserve, ma il vero obiettivo è un altro

Nelle prime due giornate del Sei Nazioni femminile, il principale torneo di rugby europeo, l’Inghilterra ha vinto largamente contro l’Italia (38-5) e contro il Galles (67-12), ottenendo in entrambi i casi anche il punto bonus per aver segnato almeno 4 mete e portandosi al primo posto in classifica. Non è una novità, anzi: l’Inghilterra ha vinto le ultime sei edizioni del Sei Nazioni, tutte senza perdere nemmeno una partita (l’ultima sconfitta fu nel 2018 contro la Francia). In questo momento è prima nel ranking mondiale davanti a Canada e Nuova Zelanda, e ha vinto le ultime 22 partite giocate in tutte le competizioni.
È, insomma, la miglior nazionale europea e probabilmente la migliore al mondo. Visto che l’esito finale sembra scontato, questo Sei Nazioni potrebbe diventare quasi un allenamento in vista della Coppa del Mondo (il campionato mondiale di rugby), che si giocherà tra agosto e settembre proprio in Inghilterra: a testimonianza di un certo sperimentalismo, tra la partita contro l’Italia e quella contro il Galles l’allenatore dell’Inghilterra, il neozelandese John Mitchell, ha cambiato 13 delle 15 giocatrici titolari, dimostrando la profondità della squadra. L’allenatore del Galles le ha definite «le migliori del mondo».
Il quotidiano inglese Telegraph ha sostenuto che le migliori squadre del Sei Nazioni siano «l’Inghilterra e l’Inghilterra A», cioè che la nazionale inglese potrebbe competere per vincere il torneo con due squadre diverse, tante sono le giocatrici di eccellente livello che ha a disposizione (in italiano avremmo detto «l’Inghilterra A e l’Inghilterra B», o «le due Inghilterre»). Nella vittoria contro il Galles ha segnato una tripletta Ellie Kildunne, estrema delle Harlequins Women (squadra di Londra) che lo scorso anno ha ricevuto il premio di miglior giocatrice del mondo. Anche nel 2023 e nel 2021 il premio fu vinto da due rugbiste inglesi, Marlie Packer e Zoe Aldcroft, vice capitana e capitana della nazionale. La terza linea ventitreenne Sadia Kabeya ha sottolineato l’importanza di avere tante giocatrici di talento, e ha detto che questa competizione tra di loro per ottenere un posto da titolare contribuisce ad alzare il livello delle prestazioni di squadra.
La vittoria per 67-12 ottenuta sabato scorso in casa del Galles
Nell’articolo del Telegraph l’allenatore della fase offensiva Louis Deacon sottolineava l’importanza di sapersi adattare a vari contesti, e che le rotazioni sono funzionali per imparare a giocare in molti modi diversi. Nel 2022, quando si giocò l’ultima Coppa del Mondo, «avevamo un piano A e un piano B. Ora probabilmente abbiamo piani A, B, C, D. Se non li provi, non migliori, che è quello che stiamo provando a fare», ha detto Deacon. L’Inghilterra ha perso in finale nelle ultime due edizioni della Coppa del Mondo, in entrambi i casi contro la Nuova Zelanda; il suo ultimo titolo mondiale risale al 2014, e il più importante obiettivo di quest’anno sarebbe riuscire a vincere il torneo in casa.
Da quando esiste il Sei Nazioni femminile (anche se nella prima edizione del 1996 ci giocavano solo le quattro nazionali britanniche), l’Inghilterra l’ha vinto 20 volte su 29, 18 delle quali con il cosiddetto grande slam, cioè vincendo tutte le partite. Diversi commentatori si chiedono periodicamente se un dominio così netto non sia un problema per il torneo. A livello femminile, anche per quanto riguarda le squadre di club, l’Inghilterra è sempre stata più avanti degli altri paesi nel rugby, e negli ultimi anni pare che le cose stiano migliorando ulteriormente.
Sta cominciando a crescere il pubblico negli stadi (con numeri comunque ancora piuttosto lontani rispetto a quelli delle partite maschili) e quello in televisione, anche grazie a nuovi accordi sui diritti televisivi; per la Coppa del Mondo sono già stati venduti 275mila biglietti e probabilmente verrà battuto il record di spettatori. Di conseguenza anche l’interesse commerciale sta aumentando, e marchi importanti iniziano a sponsorizzare anche la parte femminile del rugby inglese.

Mia Venner durante la partita contro l’Italia, giocata il 23 marzo al LNER Community Stadium di York, che può ospitare 8.500 spettatori (David Rogers/Getty Images)
L’Inghilterra ha cominciato bene il Sei Nazioni, ma ora dovrà affrontare le partite più difficili, in particolare la prossima in trasferta contro l’Irlanda, anch’essa imbattuta nelle prime due partite del torneo, e poi l’ultima in casa contro la Francia, la nazionale più forte dopo quella inglese, che è arrivata seconda nelle ultime tre edizioni (nelle quali ha perso solo contro l’Inghilterra) e nel 2018 fu l’ultima vincitrice diversa del torneo. La partita più attesa in Inghilterra però è già quella contro gli Stati Uniti del 22 agosto, giorno dell’esordio nella Coppa del Mondo.
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