Le Nazioni Unite ritireranno parte dei loro dipendenti internazionali dalla Striscia di Gaza

Una scuola gestita dalle Nazioni Unite a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a giugno del 2024
Una scuola gestita dalle Nazioni Unite a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a giugno del 2024 (AP Photo/Abdel Kareem Hana)
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Le Nazioni Unite ridurranno di un terzo il numero dei propri dipendenti internazionali presenti nella Striscia di Gaza, a causa di ripetuti attacchi dell’esercito israeliano contro le loro strutture e di condizioni di sicurezza ormai troppo precarie. Al momento nella Striscia ci sono circa 100 dipendenti stranieri di varie agenzie dell’ONU: più o meno 30 se ne andranno entro questa settimana, e altri potrebbero fare lo stesso nel prossimo futuro. I dipendenti palestinesi, che sono la maggior parte, dovrebbero rimanere nella Striscia.

Lo scorso 19 marzo un ordigno ha colpito una struttura delle Nazioni Unite a Deir al Balah, nella parte centrale della Striscia, uccidendo un dipendente dell’ONU di 51 anni di nazionalità bulgara e ferendone vari altri (tra i quattro e i sei, a seconda delle diverse fonti). Dujarric ha detto che l’ordigno proveniva da un carro armato israeliano, e che «Israele sapeva esattamente dove si trovava la struttura». Un portavoce di Israele all’ONU ha negato il coinvolgimento dell’esercito israeliano nell’attacco in questione. Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023, sono stati uccisi almeno 280 dipendenti delle Nazioni Unite e più di 60mila persone palestinesi.