• Mondo
  • Mercoledì 19 marzo 2025

Come è stato rubato il water d’oro di Cattelan

Fu sottratto da una residenza nobiliare inglese con una rocambolesca rapina nel 2019: ora tre persone sono state dichiarate colpevoli

Il water d'oro a Blenheim Palace poco prima del furto (Leon Neal/Getty Images)
Il water d'oro a Blenheim Palace poco prima del furto (Leon Neal/Getty Images)
Caricamento player

Martedì in Inghilterra due uomini sono stati dichiarati colpevoli di aver partecipato al furto e alla rivendita del famoso water d’oro progettato dall’artista italiano Maurizio Cattelan e rubato dal palazzo inglese dove era esposto nel 2019. L’opera fu rubata con una rocambolesca rapina notturna da Blenheim Palace, una residenza nobiliare vicino a Oxford, e non è mai stata recuperata: si ritiene sia stata fusa dopo poche ore e venduta sotto forma di lingotti d’oro.

Le indagini hanno ricostruito che attorno alle 5 di mattina del 14 settembre 2019 tre persone (di cui una non è stata identificata) sfondarono i cancelli del palazzo con un furgoncino e un’auto rubati e ruppero una finestra per entrare nell’edificio. Staccarono poi il water dal pavimento con martelli e piedi di porco, prima di farlo rotolare fuori dall’edificio e caricarlo in macchina. La rapina durò in tutto meno di cinque minuti.

Il DNA trovato su uno dei martelli utilizzati e lasciati sulla scena del furto e sul furgone permise di risalire a James Sheen, un uomo inglese di 40 anni con vari precedenti penali per rapine: nel 2024 si dichiarò colpevole di furto con scasso e ricettazione per aver rubato il water. Martedì un tribunale ha dichiarato anche Michael Jones colpevole di furto con scasso, e Fred Doe di ricettazione. La sentenza contro quest’ultimo (in cui sarà stabilita la sua condanna) è prevista il 19 maggio, mentre quelle contro gli altri due saranno pronunciate più avanti. Un gioielliere di Londra, Bora Guccuk, accusato in un primo momento di aver aiutato a rivendere la refurtiva, è stato assolto.

Per l’opera era stato stimato un valore di 5 milioni e mezzo di euro, e il solo oro di cui era fatto valeva più di 3 milioni di euro al momento del furto (prezzo che ora è notevolmente aumentato). Era intitolata “America” e Cattelan aveva spiegato che intendeva criticare gli eccessi del mercato dell’arte statunitense e che si richiamava all’idea del sogno americano, secondo cui gli Stati Uniti offrirebbero opportunità di successo a chiunque.

Il water pesava 98 chili ed era effettivamente funzionante. Fra il 2016 e il 2019 fu installato in un bagno del museo Guggenheim di New York, dove fu usato da 100mila persone. Nel 2019 venne trasferito a Blenheim Palace, il palazzo dove poi avvenne il furto, a circa 90 chilometri da Londra. Venne installato in un bagno di fianco alla stanza in cui nel 1874 nacque l’ex primo ministro inglese Winston Churchill, ma fu rubato poche ore dopo la cena organizzata per inaugurare la mostra di cui faceva parte.

la facciata di una reggia inglese, con davanti un giradino con uno stagno

Blenheim Palace (EPA/CHRIS J. RATCLIFFE/POOL)

Alcuni mesi prima del suo trasferimento nel palazzo, il fondatore della Blenheim Art Foundation, Edward Spencer-Churchill, aveva minimizzato il rischio di furto del water: in un’intervista al Sunday Times affermò che non sarebbe stata «la cosa più facile da sgraffignare», sia perché era connesso all’impianto idraulico del palazzo sia perché un potenziale ladro non avrebbe saputo in che condizioni avrebbe trovato il gabinetto dopo il suo ultimo utilizzo. Spencer-Churchill disse chiaramente che non intendeva piazzare delle guardie a sorvegliare la mostra di notte, e di essere più preoccupato per altre discusse opere di Cattelan esposte contemporaneamente nel palazzo, come una statua di Adolf Hitler in preghiera o quella di papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite.

Durante il processo si è scoperto che una delle tre persone colpevoli, Michael Jones, aveva visitato il palazzo il giorno prima della rapina e aveva fotografato il water, la serratura della porta del bagno e una finestra vicina. Dato che il water era connesso all’impianto idraulico di Blenheim Palace la sua brusca rimozione fece allagare la stanza, danneggiando gli interni del palazzo del Settecento, che è anche riconosciuto come un patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

La procuratrice Shan Saunders ha detto che durante il furto e nei giorni successivi i rapinatori avevano lasciato diversi indizi che hanno poi permesso di risalire a loro: tracce biologiche e materiali (fra cui frammenti d’oro sui pantaloni di Sheen), dati telefonici e registrazioni delle telecamere di sicurezza. Cattelan, che fra le altre cose nel 1996 inscenò il furto delle opere esposte in una galleria dei Paesi Bassi per poi esporle in un’altra galleria vicina, ha detto al New York Times che sebbene il furto «non sia esattamente la rapina del secolo» è certamente «una delle più bizzarre».

– Leggi anche: No, non potevi farlo anche tu