La serie tv che sta facendo arrabbiare l’Islam sciita
La monumentale “Muawiya” racconta la vita del califfo che diede origine al sunnismo, ed è stata proibita in Iraq e Iran

Una serie tv prodotta dal network saudita MBC e incentrata sulla vita di un califfo vissuto nel VII secolo sta causando polemiche e discussioni in diversi paesi del Medio Oriente, ed è stata vietata in Iraq e in Iran. Muawiya, costata secondo alcuni media tra i 75 e i 100 milioni di dollari, è uno dei prodotti più importanti di questa stagione televisiva nel mondo arabo, ed è iniziata in corrispondenza del Ramadan, il mese sacro dei musulmani in cui le serie televisive vengono tradizionalmente viste in famiglia durante il pasto serale che interrompe il digiuno, e sono per questo molto più seguite e centrali del solito.
La serie ha per protagonista Mu‛awiya ibn Abi Sufyan, che regnò alla fine del VII secolo sul primo califfato arabo inaugurando l’era della dinastia Omayyade. Fu lui che dopo la morte del profeta Maometto si ribellò al potere di ‛Ali ibn Abi Talib, cugino di Maometto, contestando la legittimità della sua linea di successione, originando la prima guerra civile dell’Islam, la Prima Fitna, e provocando la divisione tra sunniti (chi sostenne Mu‛awiya) e sciiti (chi sostenne ‛Ali). Tuttora, quella tra sunniti e sciiti è la principale divisione all’interno dell’Islam.
Mu‛awiya è una figura estremamente controversa per l’Islam sciita, che è maggioritario in una minoranza di paesi di religione musulmana, tra cui Iraq e Iran, che sono infatti i due paesi che hanno proibito la trasmissione di Muawiya. La commissione che supervisiona le comunicazioni e i media dell’Iraq ha inizialmente scritto a MBC diffidando dal mandarla in onda, e poi ha annunciato che prenderà provvedimenti legali contro chiunque la trasmetterà. Ha motivato la decisione richiamando la legge che vieta la diffusione di contenuti che possano provocare e incitare «conflitti settari», «specialmente durante il periodo del Ramadan». Già due anni fa, dice Haaretz, un influente religioso sciita iracheno aveva protestato contro la serie chiedendo a MBC di interromperne la produzione.
Il canale televisivo con sede a Londra Iran International ha riferito invece che l’autorità che regola i media audiovisivi in Iran ha vietato il doppiaggio e la trasmissione di Muawiya, accusandola di «tentare di presentare una nuova narrazione della vita di Muawiya e di ripulire l’immagine del Califfato Omayyade». Anche in Egitto ci sono state delle proteste da parte di accademici e religiosi contro la serie poiché è una rappresentazione dei seguaci di Maometto, cosa vietata per gran parte dell’Islam.
Muawiya è stata filmata in Tunisia da un regista egiziano, e con un cast proveniente da diversi paesi arabi e del Medio Oriente. Al momento, i divieti di Iran e Iraq non hanno avuto conseguenze diplomatiche sui rapporti dei due paesi con l’Arabia Saudita (che è a maggioranza sunnita), che nell’ultimo periodo sono migliorati.
È possibile comunque che le controversie sulla serie non facciano che aumentarne l’audience. Sui social media intanto è stata criticata da alcuni utenti per altri motivi, dalle inaccuratezze storiche al pressapochismo di costumi e ambientazioni.
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