Elon Musk sta creando scompiglio anche nelle basi americane in Italia
Ha bloccato le carte di credito di alcuni dipendenti e a molti è arrivata la discussa email in cui si chiede cos'hanno fatto nell'ultima settimana

Da qualche giorno nelle basi militari di Vicenza, in Veneto, e Aviano, in Friuli Venezia Giulia, c’è una certa preoccupazione legata a Elon Musk. Secondo il Messaggero Veneto giovedì il DOGE, il dipartimento per l’efficienza del governo dell’amministrazione statunitense di Donald Trump, di cui è a capo proprio Musk, ha sospeso le carte di credito governative dei dipendenti civili statunitensi e italiani che lavorano nell’ufficio acquisti delle basi militari. Sempre questa settimana i dipendenti civili avrebbero ricevuto la stessa email che era stata inviata il 22 febbraio ai dipendenti delle agenzie federali statunitensi, in cui gli si chiedeva di documentare le loro attività dell’ultima settimana: quella mail, percepita come intimidatoria, aveva provocato molte proteste negli Stati Uniti.
La notizia è stata confermata dall’Ansa e diversi portavoce sindacali ne hanno parlato con la stampa locale. Secondo il Sole 24 Ore l’email è arrivata anche a chi lavora nelle basi militari di Sigonella (in Sicilia), Napoli e Camp Darby (Pisa).
Per ora la conseguenza più rilevante è che, scrive sempre il Messaggero Veneto, i conti delle carte di credito sono stati praticamente azzerati e alcuni acquisti sono stati bloccati. La sospensione delle carte di credito dovrebbe durare un mese. Da quanto ha ricostruito l’Ansa, le carte di credito governative bloccate sono quelle date ai dipendenti per le spese minori, per esempio per l’acquisto di oggetti di cancelleria, che le persone possono effettuare liberamente, a propria discrezione. Le carte sarebbero state sospese per il tempo necessario a creare un sistema centralizzato che permetta di registrare internamente ogni tipo di pagamento, compresi quelli per le spese minori. L’obiettivo della sospensione temporanea sarebbe ottenere una maggiore tracciabilità e trasparenza delle spese.
A Vicenza ci sono due basi militari statunitensi, alle caserme Ederle e Del Din, mentre quella di Aviano è una base aerea militare italiana usata dall’aeronautica militare statunitense (United States Air Force). In quest’ultima lavorano circa 760 italiani.
I dipendenti civili di cinque basi militari hanno inoltre ricevuto l’email che aveva come oggetto «Cosa hai fatto la scorsa settimana?» e chiedeva di documentare in cinque punti le proprie attività. Secondo il testo pubblicato dal Sole 24 Ore l’email chiedeva di rispondere entro 48 ore mettendo in copia il proprio supervisore. Il 22 febbraio Musk aveva scritto su X che la mancata risposta a quella email negli Stati Uniti sarebbe equivalsa a una lettera di dimissioni (anche se la minaccia di licenziamento non era presente nelle email). Negli Stati Uniti molti esperti legali avevano ritenuto che l’iniziativa fosse discutibile e anche i principali sindacati avevano sostenuto che l’Ufficio del personale delle agenzie federali non avesse quel tipo di autorità.
Nell’email inviata ai dipendenti civili italiani, secondo la versione del Sole 24 Ore, non si fa alcun riferimento a possibili licenziamenti ma si dice solo che una mancata risposta avrebbe potuto comportare un’ulteriore verifica non meglio specificata.
In Italia per ora non ci sono state conseguenze concrete dopo questa email, che ha però generato parecchia confusione perché è arrivata anche ai dipendenti italiani. Come hanno chiarito i sindacati, i dipendenti italiani non rientrano tra i dipendenti governativi americani e i loro contratti rispondono alla legislazione nazionale italiana. Alcuni tuttavia hanno risposto all’email.
Il coordinatore UILTuCS (Unione Italiana Lavoratori turismo, commercio e servizi) della base di Aviano, Angelo Zaccaria, ha detto a Repubblica che c’è stato un «grande equivoco: perché non siamo dipendenti federali Usa. I dipendenti italiani nelle basi Usa hanno un contratto di natura privata e a loro si applica la normativa di lavoro italiana. Quindi questa lettera è stata impropriamente girata ad alcuni di noi, ai dipendenti della base di Aviano ma anche ad altre basi in Italia». La FISASCAT (Federazione Italiana Sindacati Addetti Servizi Commerciali, Affini e del Turismo) Cisl ha fatto sapere di stare seguendo la vicenda da vicino ma che al momento non risultano provvedimenti di alcun tipo nei confronti dei lavoratori civili italiani delle base militari.
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