I treni pagati e mai consegnati alla regione Lazio
Dovevano entrare in servizio nel 2024, ma non è successo e sono emersi gravi problemi finanziari

La regione Lazio prova da diverso tempo a farsi consegnare 38 nuovi treni, senza per ora riuscire né ad avere indietro i circa 56 milioni di euro che aveva anticipato né ad avere i convogli, raccontati da settimane su alcuni giornali come i “treni fantasma”. La Corte dei conti e la procura di Roma hanno aperto due indagini: la prima per danno erariale, la seconda per associazione a delinquere finalizzata alla truffa assicurativa.
La vicenda è iniziata nel 2018: la giunta guidata da Nicola Zingaretti aveva indetto una gara di appalto per 20 nuovi treni per la ferrovia Roma-Lido e 18 per quella Roma-Viterbo, gestite da due aziende di trasporti pubblici laziali. Alla gara si era presentata solo la Titagarh Firema, un’azienda italiana con sede a Caserta e parte di un grande gruppo industriale indiano, che aveva ottenuto l’appalto nel 2021. Nel 2022 erano stati quindi stipulati tre contratti per la consegna dei treni, che prevedevano il versamento da parte della regione di circa 56 milioni di euro ed erano garantiti da due istituti finanziari tramite fideiussioni, rivelatesi però problematiche (una fideiussione è un tipo di accordo con cui qualcuno si impegna a saldare il debito di qualcun altro, qualora risulti inadempiente).
Due delle fideiussioni presentate da Firema coinvolgevano un istituto finanziario lettone, che però non risultava autorizzato dalla Lettonia a sottoscriverne, e nel 2023 era stato cancellato dai registri della Banca centrale lettone. Le fideiussioni erano quindi passate a un istituto ceco, che a sua volta non era autorizzato a sottoscriverne. Una cosa simile era successa con la terza fideiussione, sottoscritta da un istituto finlandese che però non risultava abilitato a rilasciarne e in passato aveva avvisato di tentativi di falsificazione ai propri danni.
La questione era emersa alla fine del 2024, quando la regione aveva cercato di riscuotere le penali previste nel contratto visti i ritardi nella consegna dei primi treni, che sarebbero dovuti arrivare all’inizio dell’anno. A quel punto si erano scoperti i problemi con le fideiussioni. Firema, che è per il 30 per cento di proprietà dello stato italiano, ha detto di considerarsi a sua volta danneggiata nella vicenda, dato che avrebbe sottoscritto le fideiussioni in buona fede: a ottobre aveva quindi presentato in procura un esposto riguardante i problemi con le fideiussioni.
Durante una riunione il 25 febbraio l’amministrazione regionale ha dato all’azienda tempo fino al 31 marzo per trovare nuovi soggetti che garantiscano l’adempimento del contratto. In caso contrario è possibile che la questione finisca in tribunale, anche se probabilmente il denaro già versato non potrà essere recuperato in tempi brevi. Intanto dovrà essere indetta una nuova gara di appalto, con ulteriori ritardi per la consegna dei treni.
Firema dice di avere completato due treni e di essere al lavoro su decine di carrozze. Anche una volta consegnati ci vorrà diverso tempo prima che possano diventare operativi, dato che alle ferrovie su cui circoleranno mancano ancora alcuni dispositivi di sicurezza adatti ai nuovi treni. Prima della loro installazione non si potrà procedere alle attività di collaudo, e i treni non potranno circolare su quelle tratte.



