È stata annullata la condanna alla società neozelandese giudicata colpevole per il disastro dell’eruzione di White Island

Venerdì è stata annullata la condanna nei confronti della società che gestiva le concessioni di accesso agli operatori turistici sull’isola di White Island, in Nuova Zelanda, dove nel dicembre del 2019 un’eruzione vulcanica uccise 22 persone e ne ferì gravemente altre 25, quasi tutti turisti. Una sentenza dell’Alta corte ha accolto il ricorso dei proprietari della società che possiede l’isola, stabilendo che la Whakaari Management non era responsabile della gestione delle visite turistiche, e quindi neanche del disastro avvenuto durante l’eruzione vulcanica. Secondo i giudici, la presenza di turisti sull’isola era gestita esclusivamente dalle agenzie turistiche e dipendeva dal monitoraggio dell’attività vulcanica fatto dall’Istituto di scienze geologiche e nucleari (GNS).
Nel 2024 la Whakaari Management era stata condannata a pagare 12 milioni di dollari neozelandesi in multe e risarcimenti (più di 6 milioni di euro), dopo un processo molto seguito e una delle più complicate indagini mai condotte nel paese da parte di WorkSafe, l’organo governativo neozelandese che si occupa di salute e sicurezza sul lavoro. Il vulcano White Island, o Whakaari in lingua maori, è uno dei più attivi del paese ed è anche una popolare meta turistica. Dopo l’eruzione del 2019 non è stato più possibile visitare l’isola.


