A Cipro non ci si può far cremare, almeno per ora
Principalmente per l'influenza della Chiesa ortodossa e della tradizione islamica: ora però a Cipro sud le cose stanno per cambiare

Nei giorni scorsi diversi giornali ciprioti hanno riportato la notizia che dal prossimo anno l’isola di Cipro avrà il suo primo forno crematorio: verrà costruito nella cittadina di Agia Varvara (Paphos), nella Repubblica di Cipro, lo stato che occupa la parte meridionale dell’isola e che è membro dell’Unione Europea. Secondo la compagnia responsabile della sua realizzazione, la Golden Leaves Cyprus Crematorium, il crematorio entrerà in funzione nell’estate del 2026.
Oggi a Cipro i familiari di una persona morta che aveva espresso il desiderio di essere cremata devono andare all’estero: diverse imprese funebri locali e internazionali hanno offerte specifiche proprio per funerali di questo tipo, che prevedono il trasporto della salma a un forno crematorio di un altro paese e quindi l’eventuale rientro a Cipro delle ceneri.
Le resistenze a costruire forni crematori sono dipese nel tempo soprattutto dall’influenza della religione. Da cinquant’anni l’isola di Cipro è divisa tra uno stato greco-cipriota a sud (la Repubblica di Cipro, che fa parte dell’Unione Europea) e uno turco-cipriota a nord (la Repubblica Turca di Cipro del Nord, che è riconosciuta solo dalla Turchia).
Nel nord non esiste un crematorio dal momento che la grande maggioranza della popolazione è di religione musulmana, e la cremazione non è prevista dalla tradizione islamica.
A sud non ci sono crematori un po’ a causa dei costi e delle lunghe procedure amministrative necessarie per costruirne uno, ma principalmente a causa della storica opposizione della Chiesa ortodossa cipriota, che ancora oggi è molto influente ed è contraria alla cremazione dei defunti: l’89 per cento della popolazione della Repubblica di Cipro si è dichiarato cristiano ortodosso nel censimento del 2011, l’ultimo che ha raccolto questo dato. La Chiesa ortodossa cipriota condivide la posizione di buona parte delle Chiese ortodosse della regione. Anche in Grecia, dove la Chiesa ortodossa greca è molto popolare e influente, fino a qualche anno fa non era attivo nessun forno crematorio: chi voleva far cremare il corpo di una persona defunta doveva andare all’estero, di solito in Bulgaria.
Il dibattito sulla possibilità di garantire la cremazione a Cipro iniziò nel 2001, quando Ploutis Servas, segretario storico del Partito Progressista dei Lavoratori (AKEL), chiese di essere cremato: il suo corpo dovette essere trasportato nel Regno Unito.
Negli anni il numero di ciprioti favorevoli alla cremazione è aumentato, ma un ruolo importante nel dibattito l’hanno avuto molti cittadini britannici che negli ultimi decenni si sono trasferiti nel paese. Secondo il governo cipriota circa 30mila cittadini britannici vivono a Cipro: molti di loro hanno scelto di trasferirsi per trascorrervi la pensione, e sono piuttosto anziani. In diversi casi, sono stati loro a fare pressioni per permettere la cremazione dei defunti sull’isola, in alcuni casi anche organizzando petizioni.
Una legge per permettere la cremazione fu approvata nel 2016, dopo un dibattito parlamentare piuttosto complesso. Per molti anni però la legge non ha avuto applicazione, dal momento che ottenere una licenza per aprire un crematorio era complicato e i costi di costruzione troppo alti. Secondo la compagnia che gestirà l’impianto, la Golden Leaves Cyprus Crematorium Limited, il crematorio sarà aperto a persone di ogni fede religiosa. Nei giorni scorsi, commentando la notizia della prossima apertura del crematorio, la Chiesa ortodossa cipriota ha comunque confermato che non permetterà che vengano seppellite con rito religioso le persone che scelgono di fare cremare il proprio corpo.
In molti paesi europei la cremazione è una pratica diffusa da diversi decenni, ed è un metodo di sepoltura che sta diventando sempre più comune con il tempo, in particolare nei paesi del nord Europa. In Italia i primi forni crematori furono costruiti già alla fine dell’Ottocento, e le persone che scelgono di farsi cremare sono in aumento: nel 1995 erano il 3 per cento, nel 2023 il 38 per cento.



