Alla fine il referendum sulla “città 30” a Bologna non si farà

(Guido Calamosca/LaPresse)
(Guido Calamosca/LaPresse)

Non si farà il referendum consultivo proposto da alcuni partiti di destra sul limite di velocità di 30 chilometri all’ora imposto lo scorso anno nella maggior parte delle strade di Bologna dall’amministrazione di centrosinistra. Non sono stati raccolti i voti sufficienti per farlo: i sostenitori – le sezioni locali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – dovevano raccogliere almeno 9mila firme: l’ultimo giorno utile era sabato 25 gennaio, e lunedì ne hanno depositate solo 3.500.

Il limite di velocità di 30 chilometri all’ora era entrato in vigore a gennaio del 2024, e aveva reso Bologna la prima grande “città 30” in Italia: l’opposizione di centrodestra (e non solo) aveva fin da subito contestato la misura, e chiesto di organizzare un referendum per abrogarla.

A giugno la richiesta di referendum era stata giudicata ammissibile dal Comitato dei garanti del comune di Bologna, che valuta le proposte di referendum consultivi. I promotori avevano tre mesi di tempo per raccogliere 9mila firme necessarie a organizzare il voto. A luglio avevano deciso però di ritirare la richiesta, sostenendo che nei mesi estivi avrebbero rischiato di non raccogliere abbastanza firme, e l’avevano quindi riproposta a settembre, cominciando a raccoglierle a fine ottobre.