Dopo giorni di polemiche si è dimesso il presidente della fondazione che si occupa di Agrigento come capitale della cultura

Un quadro del Tempio della Concordia di Agrigento esposto alla mostra inaugurale per l'anno di capitale italiana della cultura (ANSA/ORIETTA SCARDINO)
Un quadro del Tempio della Concordia di Agrigento esposto alla mostra inaugurale per l'anno di capitale italiana della cultura (ANSA/ORIETTA SCARDINO)

Venerdì sera il presidente della fondazione “Agrigento 2025”, Giacomo Minio, ha annunciato le sue dimissioni. La fondazione era stata istituita nell’agosto del 2023 per occuparsi dei progetti per l’anno da capitale italiana della cultura, che per Agrigento non è partito benissimo. Minio ha però specificato che i problemi strutturali della città, su cui negli ultimi giorni ci sono state molte polemiche, non erano di competenza della fondazione, che si occupa solo della realizzazione delle attività culturali.

Minio ha spiegato che lascia l’incarico su richiesta del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, «per favorire un avvicendamento squisitamente politico». Il riferimento è alle discussioni e alle reciproche critiche che si sono fatte nei giorni scorsi il comune e Regione Siciliana dopo i molti problemi emersi a ridosso della cerimonia di inaugurazione dell’anno da capitale della cultura, che si è tenuta sabato 18 gennaio e a cui ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La città non era infatti pronta all’evento: fino a pochi giorni prima pioveva dentro il teatro in cui c’è stata la cerimonia e le strade erano piene di buche, tanto che si è provveduto a ripararle in tutta fretta finendo per asfaltare anche i tombini. Gli operai li stanno cercando da giorni con il metal detector.

Nel frattempo la regione ha stilato un elenco degli interventi urgenti da realizzare ad Agrigento: alcuni sono piuttosto onerosi e richiederanno tempo, come la manutenzione delle strade e del sistema di approvvigionamento idrico delle strutture ricettive del centro storico.