Nella diocesi di Bolzano-Bressanone ci sono stati 67 abusi sessuali su minori in 60 anni, dice un rapporto chiesto dalla diocesi

Lunedì è stato presentato a Bolzano un rapporto sugli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili commessi da sacerdoti della diocesi di Bolzano-Bressanone negli ultimi 60 anni, commissionato dalla diocesi stessa. Dai fascicoli esaminati sono emersi 67 casi di presunti abusi sessuali commessi da 41 sacerdoti della diocesi in questo periodo di tempo. Complessivamente, chi ha curato l’indagine ha individuato 75 persone che avrebbero subìto gli abusi.
L’indagine parte dal 1964, anno in cui la diocesi di Bolzano-Bressanone ha assunto il suo assetto attuale, e si ferma al 2023. L’indagine è stata fatta dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, in Germania, nell’ambito di un progetto più ampio della stessa diocesi, che ricalca i confini della provincia autonoma di Bolzano, dedicato al tema degli abusi sessuali all’interno della chiesa. La maggior parte delle persone che avrebbero subito abusi è di sesso femminile: il 51 per cento aveva tra gli 8 e i 14 anni, il 33 per cento fra i 15 e i 18 anni.
Il rapporto, di 631 pagine, contiene molte informazioni di contesto sugli abusi sessuali nella chiesa cattolica in generale, in Italia e in diversi paesi stranieri, sulla metodologia d’indagine applicata, sui riferimenti legislativi e sulle misure di prevenzione adottate dalla diocesi. È rilevante la sezione dedicata all’analisi delle «cause sistemiche» che secondo i curatori hanno favorito gli abusi sessuali e delle coperture messe in atto dai responsabili diocesani. Tra le varie cose, i legali dello studio tedesco sottolineano inoltre la parzialità dei dati presentati, che sono stati tratti in larghissima parte da fascicoli conservati all’interno di archivi ecclesiastici, e sottolineano che è comunque «da presumere un altro numero di casi sommersi».
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