Anche i Paesi Bassi hanno iniziato a fare controlli di frontiera per limitare l’immigrazione
Lunedì nei Paesi Bassi è iniziato il rafforzamento dei controlli di frontiera con i due paesi confinanti, cioè Germania e Belgio, che durerà sei mesi ed è pensato dal governo di destra del paese per limitare l’ingresso di persone migranti. Concretamente significa che saranno più frequenti i controlli a campione dei veicoli che passano il confine o delle persone che arrivano da un altro paese su un treno: questo nonostante Paesi Bassi, Germania e Belgio facciano parte dell’area Schengen, cioè la zona di libera circolazione di merci e persone che coinvolge quasi tutti i paesi dell’Unione Europea più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Negli ultimi anni, e in particolare dalla fine del 2015, diversi paesi europei hanno aumentato a più riprese i controlli alle frontiere dando motivazioni diverse, perlopiù legate all’immigrazione e alla sicurezza. I Paesi Bassi si aggiungono ad altri nove paesi, tra cui l’Italia, in cui sono attualmente in vigore sospensioni dell’area Schengen. È un numero molto alto e mai raggiunto per motivi di questo genere. I governi di alcuni degli altri paesi dell’area Schengen hanno criticato questa nuova tendenza, descritta come una prova che il sistema di libera circolazione sia entrato in crisi.