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  • Sabato 18 maggio 2024

In Francia si lavora per la prima volta a una legge sul suicidio assistito

È sostenuta soprattutto dal partito del presidente Emmanuel Macron, è stata appena approvata in commissione ed entro fine mese arriverà in parlamento

L'Assemblea nazionale francese (AP Photo/Remy de la Mauviniere)
L'Assemblea nazionale francese (AP Photo/Remy de la Mauviniere)
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In Francia è stato approvato in una commissione dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese, la prima proposta di legge nella storia del paese sul suicidio assistito, cioè la pratica con cui a certe condizioni ci si può auto-somministrare un farmaco letale (in Italia è anche chiamata “morte assistita”). La regolamentazione delle possibilità di accedere al suicidio assistito, che in Francia è chiamato “aide à mourir”, “aiuto a morire”, verrà votata entro fine mese: potrebbe poter contare su un numero di voti sufficiente per essere approvata, anche se esiste un grande dibattito sui termini specifici utilizzati e sulle condizioni necessarie per accedere al suicidio assistito.

La legge è stata presentata dal Consiglio dei ministri del governo del primo ministro Gabriel Attal a fine aprile, dopo che da qualche tempo il presidente Emmanuel Macron aveva ribadito di voler introdurre questa misura per la prima volta in Francia.

La proposta di legge francese sul suicidio assistito prevede che alcuni pazienti «colpiti da una malattia grave e incurabile» possano, al fine di evitare ulteriori sofferenze, chiedere a un medico di essere assistiti nella somministrazione di un farmaco letale: in base alla proposta di legge potranno farlo i pazienti in prima persona o chiedere di essere aiutati da personale medico.

La proposta contiene anche alcune condizioni: per poter chiedere l’accesso al suicidio assistito i pazienti dovranno essere maggiorenni, soffrire per dolori che non possono essere attenuati da trattamenti medici e dovranno essere giudicati in grado di esprimere la loro volontà in modo libero e chiaro. La proposta esclude invece la possibilità di lasciare indicazioni preventive sul proprio “fine vita”, come viene spesso chiamato l’insieme delle questioni che riguardano la morte e il periodo che la precede, compresa la possibilità per le persone di decidere come debba avvenire. Nella proposta di legge il percorso per accedere al suicidio assistito è piuttosto lungo e prevede che il paziente ribadisca più volte la propria volontà.

(EPA/BRENDON THORNE)

In commissione parlamentare è stato approvato un emendamento che secondo le opposizioni e qualche esponente della maggioranza cambia decisamente la legge. Nella sua prima versione la legge prevedeva che per accedere al suicidio assistito il paziente dovesse avere una «prognosi di fine vita a breve o medio termine»: questa definizione è stata modificata con il concetto di «malattia in stato avanzato o terminale». Secondo la maggioranza che ha approvato l’emendamento la modifica permette di superare il concetto poco chiaro di “medio termine”, secondo le opposizioni amplia invece in modo consistente il numero di casi contemplati.

La legge è sostenuta dal partito di Macron, Renaissance, ma anche dal Partito Socialista e dalla sinistra di La France Insoumise e dai Verdi: oltre al Rassemblement National, di destra, sono per lo più contrari alla proposta di legge anche i centristi Repubblicani.

– Leggi anche: Senza una legge sul fine vita