I danni per i nubifragi in Veneto

Hanno ceduto gli argini dei fiumi, ci sono stati allagamenti in molti comuni e in provincia di Vicenza sono crollati due ponti: il presidente della regione Luca Zaia ha dichiarato lo stato di emergenza

I danni causati dal forte maltempo a Malo (Vicenza), 16 maggio 2024 (ANSA/TROGU)
I danni causati dal forte maltempo a Malo (Vicenza), 16 maggio 2024 (ANSA/TROGU)
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Per venerdì 17 maggio la Protezione Civile ha dichiarato un’allerta meteo rossa (il livello più alto) in diverse zone del Veneto, soprattutto nelle province di Verona, Vicenza e Padova, a causa delle forti piogge e dei nubifragi cominciati mercoledì notte e proseguiti poi giovedì. Si sono allagati campi e aziende agricole, ma anche case ed edifici in molte città e paesi: secondo le autorità ci sono allagamenti in 77 comuni della regione. Hanno ceduto gli argini di diversi corsi d’acqua, che in più casi sono esondati. Molte strade sono inagibili e alcune zone sono rimaste per ore senza elettricità. Giovedì i vigili del fuoco hanno compiuto centinaia di interventi in tutta la regione.

In molte zone venerdì le scuole resteranno chiuse e il presidente della regione, Luca Zaia, ha sconsigliato alle persone ogni spostamento non necessario. «Un’alluvione così a metà maggio non ce l’aspettavamo», ha detto Zaia, «siamo in oggettiva difficoltà». La rapidità con cui è caduta moltissima acqua in zone molto circoscritte ha reso gli interventi e i tentativi di sgomberare l’acqua particolarmente difficili. Zaia ha dichiarato in Veneto lo stato di emergenza, uno strumento giuridico che serve ad affrontare con rapidità disastri naturali e altre situazioni eccezionali, in deroga alle leggi e saltando alcuni passaggi burocratici.

Nel padovano venerdì mattina il fiume Muson ha rotto gli argini nella zona della frazione di Rustega, allagando le strade e lasciando isolate diverse case, che sono state evacuate.

La provincia di Vicenza è quella in cui ci sono stati i maggiori danni. A Malo sono crollati due ponti per via della corrente del torrente Livergon: quello più grande, chiamato anche “ponte delle galline”, era su una strada abbastanza trafficata e collegava Malo alla frazione San Tomio. A Isola Vicentina, sempre in provincia di Vicenza, si sono allagate centinaia di case, perlopiù nelle parti inferiori degli edifici come cantine e garage, ma anche in molti piani terra. Nel comune di Schio i carabinieri hanno estratto due donne rimaste intrappolate all’interno della loro auto in un sottopasso allagato.

Zaia ha detto che tra le 23 di mercoledì e la mezzanotte e mezza di giovedì per la prima volta sono stati aperti tutti i 5 bacini di laminazione del vicentino, cioè le vasche che servono a raccogliere l’acqua in eccesso nei corsi d’acqua ed evitare che esondino. «Se non ci fossero stati, Vicenza sarebbe sommersa e la situazione generale un disastro», ha detto Zaia. Ha anche assicurato che al momento non ci sono feriti, e ha invitato le persone a fotografare i danni subìti per presentarli poi al proprio comune: «Raccoglieremo tutta la documentazione e chiederemo i rimborsi al governo», ha detto.

Tra mercoledì e giovedì ci sono state forti piogge e nubifragi anche in Lombardia, anche se minori rispetto al Veneto: giovedì a Cantù, in provincia di Como, un uomo di 66 anni è morto dopo essere caduto nel torrente Serenza.