Un tribunale russo ha posto sotto sequestro 463 milioni di euro di beni di Unicredit

Il palazzo di Unicredit a Milano, 23 gennaio 2024. (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Il palazzo di Unicredit a Milano, 23 gennaio 2024. (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
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Il Tribunale arbitrale della regione di San Pietroburgo, in Russia, ha messo sotto sequestro beni, azioni e proprietà del gruppo bancario italiano Unicredit per un valore di 463 milioni di euro. La decisione è stata presa in una causa legale che riguarda il finanziamento di un progetto di trattamento e liquefazione di gas naturale, bloccato in seguito alle sanzioni internazionali nei confronti della Russia approvate dopo l’invasione dell’Ucraina. L’impresa locale Ruskhimalyans, controllata dalla grande azienda energetica statale russa Gazprom, ha fatto causa a Unicredit per non aver rispettato il contratto da 463 milioni di euro, e il tribunale ha deciso di porre sotto sequestro i beni di Unicredit Russia e di Unicredit Ag, società che controlla la filiale russa con sede in Germania.

Il caso attuale relativo a Unicredit è differente rispetto al sequestro di Ariston Thermo Rus, perché legato a una specifica causa legale. Il governo russo a fine aprile aveva infatti trasferito la gestione della filiale della società italiana Ariston attiva in Russia a Gazprom Household Systems, società produttrice di elettrodomestici gestita dall’azienda energetica statale russa Gazprom.

Unicredit ha oltre 3.000 dipendenti in Russia e un’esposizione finanziaria consistente, che sta riducendo negli ultimi due anni.

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