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  • Lunedì 6 maggio 2024

Dalle biblioteche europee stanno sparendo preziose edizioni di libri russi

Ne sono state rubate più di 170 in due anni, spesso di Aleksandr Pushkin e Nikolai Gogol: valgono complessivamente oltre 2,6 milioni di euro, e potrebbe esserci un movente politico

Una prima edizione del 1831 di Boris Godunov di Alexander Pushkin in un'asta a Londra nel 2015
Una prima edizione del 1831 di Boris Godunov di Alexander Pushkin in un'asta a Londra nel 2015 (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
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Da poco più di due anni in Europa esiste una rete di criminali specializzata in furti di libri antichi e preziosi di autori russi. Nelle biblioteche di molti paesi europei infatti sono state rubate edizioni preziose di libri, principalmente di Aleksandr Pushkin e Nikolai Gogol, ma non solo: più di 170 dall’aprile 2022, per un valore stimato di 2,6 milioni di euro. Sono edizioni di grande valore, che possono essere rivendute anche per 50-100mila euro sul mercato dei collezionisti, soprattutto russi.

Le dimensioni dell’operazione ma anche l’oggetto dei furti hanno convinto l’Europol, l’agenzia di polizia dell’Unione Europea, che non si tratti solo di crimini per denaro, ma di un più ampio progetto per riportare in Russia edizioni di pregio di autori romantici, che sono stati molto amati da tutti i leader russi, dagli zar in poi, e che lo sono ancora oggi da Vladimir Putin.

I furti sono cominciati due mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina alla biblioteca dell’Università di Tartu, in Estonia. Ma poi hanno coinvolto quelle di Riga, Vilnius, Berlino, Monaco, Helsinki, Parigi, Lione, Ginevra e Praga. In tutti questi paesi i libri erano arrivati nei patrimoni delle ricche famiglie russe che erano fuggite dalla Russia dopo la rivoluzione bolscevica del 1917. L’Università di Varsavia è quella che ha subìto i danni maggiori, con 78 libri rubati: una collezione completa di opere di Pushkin e Gogol, per un valore superiore a un milione di euro. La direttrice della biblioteca ha dato le dimissioni.

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I furti avvengono in vari modi: i primi prevedevano che alcuni uomini si fingessero studenti, ucraini o russi, e chiedessero di consultare le prime edizioni originali per motivi di ricerca, per poi scappare con i libri in un momento di disattenzione dei bibliotecari (avendo fornito un documento falso). Altre volte c’è stata un’effrazione. Da alcuni mesi però la maggior parte dei casi prevede metodi più elaborati: gli autori dei furti costruiscono storie complesse e passano molto tempo in finte consultazioni, prima di sostituire i libri con copie prodotte appositamente e quasi indistinguibili da chi non è esperto. Alcune biblioteche si sono accorte dell’avvenuto furto con sostituzione solo mesi dopo.

Vladimir Putin osserva un libro di Pushkin all’Académie française di Parigi nel 2003 (Pascal Le Segretain/ Getty Images)

L’Europol finora ha arrestato nove persone in relazione ai furti, quattro in Georgia, in possesso di 150 libri, tre in Francia, uno in Estonia e uno in Lituania: per ora non è stato possibile definire con certezza moventi ulteriori oltre a quello del denaro, ma gli investigatori sostengono che il clima politico abbia avuto una notevole influenza sulla crescita della domanda dei libri di Pushkin e Gogol.

In patria Pushkin è considerato tra i fondatori della letteratura russa, nonché il più grande poeta della storia del paese: la sua figura è stata esaltata prima dagli zar e poi dal dittatore sovietico Josep Stalin, che ne celebrò i 100 anni dalla morte nel 1937. Putin ha più volte citato i suoi scritti nei discorsi e ha deciso la costruzione di nuovi monumenti.

Secondo l’Europol alcuni dei libri rubati sono già stati rivenduti in aste a Mosca e San Pietroburgo e saranno quindi difficilmente recuperabili. Alcune biblioteche europee invece hanno limitato l’accesso e la consultazione delle edizioni più preziose dei libri degli autori russi.

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