Un po’ di cose sui Divine Comedy

Per prepararsi al concerto di luglio organizzato dal Post, tra archi, fiati, cori e autobus

(EPA/TOLGA AKMEN)
(EPA/TOLGA AKMEN)
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Scegliere a chi affidare le nuove canzoni dell’ultimo film sulla storia della “Fabbrica di cioccolato”, quello uscito all’inizio del 2024 con il titolo di Wonka e con Timothée Chalamet nel ruolo del protagonista, non deve avere richiesto molto pensiero a chi se ne sia occupato. Poche cose hanno un’associazione estetica così immediata come quella tra le variopinte e circensi scene e costumi del film e la musica dei Divine Comedy, allegro pop anche quando è malinconico, confezionato con inconfondibile ricorso a orchestre, fiati e archi, e a testi narrativi e spiritosi.

I Divine Comedy – che suonano a Peccioli il 12 luglio in un concerto organizzato dal Post – sono una di quelle band che mettono in difficoltà sull’uso del singolare e del termine di “band”. Pur con l’ausilio di molti musicisti sul palco, sono infatti una persona sola: Neil Hannon, creatore della band, musicista di gran parte degli strumenti da sempre, autore di tutte le canzoni, progettista di tutte le altre collaborazioni musicali necessarie. Hannon ha 53 anni, è di Derry in Irlanda del Nord (oggi vive in Irlanda), e inventò i Divine Comedy nel 1989, quando ne aveva 19. All’inizio erano davvero una band, un trio, ma le loro cose non decollarono e lui si trovò da solo. Con maggiore libertà costruì quindi una storia piuttosto unica e riconoscibile nel pop britannico dei decenni successivi, a partire da due priorità molto originali: un’attenzione poetica, ironica, intellettuale ai testi – ricchi di riferimenti letterari – e un creativo uso di arrangiamenti orchestrali e citazioni musicali novecentesche accanto ai vivaci suoni del pop di fine secolo.

Prendiamo tre esempi, per capirci. Uno, del 1998, è il maggiore successo da classifica della band, una celebrazione sempre in bilico tra il commosso e il sarcastico sulla popolazione da autobus (National Express è una popolare compagnia di pullman britannica), con un arrangiamento e un coro da varietà televisivo degli anni Settanta.

Il secondo è il tragicomico racconto di una serata finita sentimentalmente male per il protagonista, che cita vecchie canzoni e con un dilagare di archi travolgente. Our mutual friend, del 2004.

E il terzo è invece una vera canzone d’amore, romantica e appassionata, per la generosità della persona amata: ma con dentro fiati, archi, cori, allusioni a Che Guevara e ai takeaway cinesi. Del 2016.

Nel Regno Unito le musiche dei Divine Comedy sono state usate o commissionate in molti programmi televisivi e radiofonici, in film e spot pubblicitari. L’ultimo disco è del 2019, prima della grande raccolta su cui si è basato il tour del 2022 di Hannon (con cui è tornato in Italia, da dove ha fatto spesso passare anche i suoi tour precedenti), in concerti abitualmente conclusi con Tonight we fly e una grande eccitazione generale.

A Peccioli il 12 luglio Hannon suonerà con la sua band da tour e con un quartetto d’archi, prezioso, come mostrano i video qui sopra. I biglietti sono in vendita qui (a prezzo contenuto per tutti, e ridotto per gli abbonati del Post).

– Leggi anche: Diciannove canzoni dei Divine Comedy