In Scozia non c’è più una maggioranza di governo

Humza Yousaf (Paul Ellis/Pool Photo via AP)
Humza Yousaf (Paul Ellis/Pool Photo via AP)

Giovedì il primo ministro della Scozia Humza Yousaf, del Partito Nazionale Scozzese (SNP), ha annunciato la fine dell’accordo che nel 2021 aveva permesso la formazione di una maggioranza di governo sostenuta dal partito dei Verdi. L’accordo, che era stato firmato dall’allora prima ministra Nicola Sturgeon, prevedeva che ai Verdi venissero affidati due ministeri. Negli ultimi tempi, però, i rapporti tra SNP e Verdi si sono deteriorati, soprattutto dopo che il governo aveva deciso di annullare i piani per ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 75 per cento, rispetto ai livelli del 1990.

Giovedì 25 aprile Yousaf ha infine deciso di provare a continuare a governare senza i Verdi, ma senza il loro sostegno l’SNP non ha più la maggioranza nel parlamento scozzese (ha 63 deputati su 128). Ora Yousaf continuerà dunque a guidare un governo di minoranza, cercando di volta in volta i voti necessari per arrivare alla maggioranza nelle votazioni.

Yousaf è al governo dal marzo del 2023, quando era stato eletto leader dell’SNP al posto di Sturgeon, che poche settimane prima aveva annunciato le proprie dimissioni da prima ministra e contemporaneamente da leader del partito.

In risposta alla fine della coalizione, i Verdi hanno annunciato che chiederanno di votare una mozione di sfiducia contro il governo: oltre ai sette deputati dei Verdi, la mozione dovrebbe essere sostenuta da altri 57 deputati di opposizione, tra Conservatori, Liberali e Laburisti: perché l’SNP non venga sfiduciato sarà decisivo il voto dell’unica deputata dell’Alba Party, Ash Regan, partito nazionalista che si era formato lo scorso ottobre in seguito a una scissione dall’SNP, per protestare contro una proposta di legge per facilitare il cambio dei documenti alle persone trans, approvata poi a dicembre.