Ad Haiti è entrato in carica il consiglio presidenziale di transizione, dopo le dimissioni del primo ministro Ariel Henry

Un momento della cerimonia di insediamento del consiglio presidenziale di transizione di Haiti
Al centro il primo ministro ad interim di Haiti Michel Patrick Boisvert, durante la cerimonia di insediamento del consiglio presidenziale di transizione, a Port-au-Prince, Haiti, il 25 aprile 2024 (AP Photo/Ramon Espinosa)

Ad Haiti è entrato in carica il consiglio presidenziale di transizione che dovrebbe aiutare a stabilizzare il paese caraibico, in cui da mesi le bande criminali di fatto controllano la vita pubblica e politica e in particolare gran parte della capitale Port-au-Prince. Il consiglio è composto di nove membri, di cui sette votanti (un ex governatore della banca centrale, due ex diplomatici, due ex senatori, un avvocato e un uomo d’affari) e due no (un pastore evangelico e un’ex funzionaria della Banca Mondiale e del ministero dell’Ambiente).

La cerimonia di insediamento del consiglio non è avvenuta come avrebbe dovuto perché a causa di scontri violenti tra gruppi criminali e forze dell’ordine si è dovuto spostarla dal Palazzo Nazionale, la residenza del presidente del paese, all’ufficio del primo ministro, Villa d’Accueil. Uno dei capi dei gruppi criminali haitiani, Jimmy Chérizier, aveva minacciato un attacco durante la cerimonia di insediamento con un video diffuso sui social network. Il gruppo di Chérizier, Viv Ansanm, controlla quasi del tutto Port-au-Prince.

In teoria il consiglio dovrebbe esercitare alcuni poteri che spetterebbero al presidente di Haiti, la cui carica è formalmente vacante dall’assassinio del presidente Jovenel Moïse nel 2021. Negli ultimi anni è stata esercitata ad interim dal primo ministro Ariel Henry, che si è dimesso ieri, firmando una lettera, da Los Angeles, negli Stati Uniti, dove il politico si trova al momento.

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L’attuale instabilità e le gravi violenze che vanno avanti da circa due mesi – dall’inizio dell’anno alla fine di marzo più di 1.500 persone sono state uccise – erano cominciate quando, durante un viaggio in Kenya, Henry aveva firmato un accordo per una missione di sicurezza sostenuta dall’ONU che prevedeva l’invio di circa mille agenti di polizia keniani ad Haiti per contrastare le bande criminali. Da allora Henry non è più riuscito a tornare ad Haiti. Già il 12 marzo aveva annunciato che si sarebbe dimesso.

Il consiglio ha il sostegno di altri paesi caraibici e degli Stati Uniti e ora dovrà indirizzare le politiche di un nuovo governo (attualmente è primo ministro ad interim l’ex ministro delle Finanze del governo di Henry, Patrick Boisvert) e organizzare nuove elezioni. Il suo incarico scadrà il 7 febbraio 2026 e non è rinnovabile.

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